Permane il pericolo concreto che possa commettere gravi delitti “con uso di mezzi di violenza personale” e della stessa specie di quello commesso, oltre al fatto che la donna potrebbe fuggire. Il Gip del Tribunale di Ragusa Andrea Reale ha respinto la richiesta di concessione degli arresti domiciliari, formulata il 15 febbraio dall’avvocato Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello, che sta scontando in carcere 30 anni per avere ucciso il figlio Loris. Due giorni dopo, e’ arrivato anche il parere negativo del pm Marco Rota.
Il giudice nel motivare il suo no ai domiciliari alla donna, madre di un altro bimbo, ribadisce il “convincimento in ordine alla estrema pericolosita’ criminale dell’imputata desumibile dalla sua lucida determinazione omicidiaria dei figlio di otto anni, dalle modalita’ di consumazione dei reati, dalla cinica condotta successiva alle azioni illecite, dalla sue pervicace, reiterata negazione di qualsiasi addebito pur davanti all’evidenza di elementi probatori di particolare significativita’ – motiva Reale – dalla malvagia, calunniosa chiamata in correita’ del suocero Andrea Stival, dalla dissimulazione dello stato di incapacita’ di intendere e volere e dall’accertamento, al contrario, della piena imputabilita’ della donna, dalla pluralita’ di versioni sui fatti – contraddittorie e false – rese dalla predetta durante il procedimento e ribadite fino a pochi giorni prima della sentenza”.