Lotta all’abusivismo, minacce a sindaco Licata. “Mi sento abbandonato dalla politica, potrei lasciare”

ISTITUZIONI IN PRIMA LINEA Bruciata la casa del padre del primo cittadino della città dell’Agrigentino. “Non e’ possibile pensare che fare il proprio dovere significhi rischiare la vita ogni giorno”

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cambianoIl sindaco di Licata Angelo Cambiano (foto), obiettivo di una nuova intimidazione, con il rogo che ha danneggiato ieri sera la casa del padre, “non e’ solo”. Lo affermano le decine di primi cittadini che si sono dati appuntamento in municipio nel giorno dell’arrivo del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Ma il sindaco, che e’ in sella da nove mesi e paga la sua battaglia contro gli abusivi del cemento, adesso chiede garanzie, impegni da tutte le istituzioni, e non esclude di lasciare il suo incarico dopo le ripetute minacce: “Non sono e non voglio essere un eroe”, afferma. Forse solo uno sfogo amaro, ma la situazione e’ caldissima nel grosso centro dell’Agrigentino. In queste settimane ha dato il via al piano di abbattimenti, ma numerose e forti sono state le proteste. Cosi’ proseguono le indagini su quella che appare sempre piu’ una strategia di intimidazioni per fermare le ruspe. “Assicuriamo a Cambiano il nostro sostegno incondizionato in questa lotta contro le illegalita’ che nel nostro territorio rende suo malgrado un sindaco un eroe”, dicono alcuni suoi colleghi, “lo invitiamo a non fermarsi”. “Certo, c’e’ la paura, ma la mia battaglia non si ferma, non intendo fuggire ma sto riflettendo. E’ forte, infatti, l’amarezza perche’, a parte lo Stato, nessuno in questi mesi mi e’ stato vicino e mi sono sentito abbandonato dalla politica. Non si puo’ mandare un sindaco allo sbaraglio, serve un aiuto concreto e ora voglio riflettere sul da farsi. Mi prenderò alcuni giorni per questo. Non e’ possibile pensare che fare il proprio dovere significhi rischiare la vita ogni giorno, non ci sto. E questo non vale solo per me e per Licata”. “La citta’ e’ offesa e mortificata dice il suo predecessore, Angelo Balsamo – da chi ha perpetrato questa condotta criminosa ed infame. Pertanto il mio sdegno e’ massimo anche perche’ tale episodio ha ulteriormente sconvolto l’intera comunita’ alimentando pessimismo e senso di sconfitta”.

ALFANO “E’ finito il tempo della politica che coccolava gli abusivi per avere qualche migliaio di voti ed e’ arrivato quello della politica e delle istituzioni che fanno rispettare le leggi e che puntano al consenso dei cittadini onesti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, stamane a Licata per sostenere il sindaco Angelo Cambiano, obiettivo di una serie di intimidazioni, l’ultima ieri sera, con un rogo che ha danneggiato la casa del padre. Minacce collegate all’impegno del primo cittadino per l’abbattimento degli immobili abusivi. Ma per Alfano, non si puo’ tornare indietro: “Se non si procede a queste demolizioni, ci saranno altre case abusive”. Cosi’ anche stamane e’ stata abbattuto un edificio e all’arrivo del ministro qualcuno ha gridato ‘vergogna’. “Le sentenze si rispettano e si eseguono”, scandisce, “abbiamo avuto proteste perche’ la squadra composta da Procura, Comune di Licata e prefettura, ha preteso il rispetto delle regole”. E spiega che proporra’ la scorta per il primo cittadino e una vigilanza nei luoghi da lui frequentati “perche’ la decisione di amministrare non puo’ significare fare una scelta di eroismo”.

L’ARCIVESCOVO “Si faccia chiarezza sull’accaduto e si continui con determinazione il cammino intrapreso per ripristinare nella città di Licata (AG) il senso di giustizia”. L’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, a nome della comunità diocesana, ha espresso “solidarietà umana e cristiana al sindaco di Licata Angelo Cambiano”. “Invito la comunità ecclesiale di Licata ad intraprendere percorsi di cittadinanza attiva e sostenere quanti quotidianamente si impegnano al servizio della città. Invito tutti – ha concluso – ad abbandonare i toni dello scontro e le azioni violente per intraprendere insieme ogni possibile iniziativa volta a recuperare un rapporto di dialogo e di riappacificazione sociale nel rispetto della legge e della dignità di ogni persona”.

ANCI “Non è concepibile che i neo amministratori debbano fronteggiare problemi irrisolti da decenni, addossandosi responsabilità enormi a fronte dell’inerzia delle istituzioni e senza che nessuno si preoccupi di tutelare la loro incolumità”. Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia, commentando la notizia dell’atto intimidatorio subìto da Angelo Cambiano, sindaco di Licata. “Non si può chiedere ai primi cittadini di fare gli eroi – aggiungono Orlando e Alvano – ma è necessario intervenire, anche con misure straordinarie, facendo sì che il necessario rispetto delle regole sia accompagnato da adeguati interventi sul piano della sicurezza e del sostegno sociale ed economico”. “Nel Mezzogiorno – concludono il presidente e il segretario generale dell’associazione dei comuni siciliani – è a rischio il patto sociale tra cittadini e istituzioni e non è pensabile che l’unica garanzia per preservarlo debbano essere i sindaci, gli stessi che hanno saputo tenere unite le proprie comunità durante questa crisi profonda, malgrado responsabilità sempre più gravose e risorse sempre più limitate”.

FORZA ITALIA “Il gruppo di Forza Italia all’Ars esprime piena solidarietà al sindaco di Licata Angelo Cambiano, la casa della cui famiglia è stata vilmente incendiata. Un gesto intimidatorio nei confronti di chi si batte per il rispetto delle regole, un attentato al quale le istituzioni e la politica devono reagire con determinazione. Al primo cittadino Cambiano, a coloro che lottano contro il malaffare, il totale sostegno del nostro movimento”. Lo dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.