L’Ucraina interrompe il gas russo e cambia le regole del gioco energetico in Europa. Fine di un’era?

Una scelta che comporta non solo perdite economiche per Kiev, che rinuncia a circa 800 milioni di dollari all’anno in royalties, ma anche per Gazprom, che subirà perdite stimate in quasi 5 miliardi di dollari

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Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky

L’1 gennaio 2025 segna una data storica nel panorama energetico europeo: l’Ucraina ha ufficialmente interrotto il transito del gas russo verso l’Europa, ponendo fine a un accordo di lunga data. Questa decisione, che ha suscitato forti reazioni nei mercati e tra i leader politici, rappresenta un cambiamento epocale nelle relazioni tra Kiev e Mosca e avrà ripercussioni significative per la sicurezza energetica dell’Unione Europea.

Contesto della decisione

La cessazione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina era attesa da tempo, dato il deterioramento delle relazioni tra i due paesi a seguito dell’invasione russa nel febbraio 2022. L’accordo di transito, in vigore dal 2019, non è stato rinnovato a causa del rifiuto di Kiev di estenderlo, una scelta che comporta non solo perdite economiche per l’Ucraina, che rinuncia a circa 800 milioni di dollari all’anno in royalties, ma anche per Gazprom, che subirà perdite stimate in quasi 5 miliardi di dollari.

Implicazioni economiche e energetiche

Con la chiusura dell’unica rotta di transito rimasta, i flussi di gas russo verso l’Europa sono scesi a zero. I dati mostrano che l’unico punto di ingresso per il gas russo in Ucraina non riceverà più forniture. Questo cambiamento ha già iniziato a influenzare i mercati: i prezzi del gas in Europa sono aumentati, raggiungendo i 50 euro per megawattora, spinti anche da temperature in calo e dall’incertezza legata alla situazione energetica.

Le nazioni più colpite da questa interruzione includono Slovacchia e Austria, le cui economie dipendono fortemente dalle forniture russe. Tuttavia, alcuni esperti ritengono che l’impatto sul mercato sarà limitato grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento da parte dei paesi europei.

Conseguenze geopolitiche

L’interruzione del gas rappresenta un colpo significativo per la Russia, che ha visto la sua quota nel mercato europeo diminuire drasticamente negli ultimi anni. L’Unione Europea ha lavorato attivamente per ridurre la sua dipendenza dal gas russo e ora si trova in una posizione più forte per affrontare questa crisi energetica. Tuttavia, il primo ministro slovacco Robert Fico ha avvertito che le conseguenze dello stop al gas russo saranno drastiche non solo per la Russia ma anche per l’intera Unione Europea.

Inoltre, la Moldavia si trova ora in una situazione critica poiché Gazprom ha annunciato che interromperà anche le forniture al paese a causa di debiti insoluti. Questo potrebbe portare a una crisi energetica in Moldova e nella regione della Transnistria, dove gran parte dell’energia elettrica è prodotta utilizzando gas russo.

Prospettive future

Il futuro del transito del gas attraverso l’Ucraina rimane incerto. Mentre alcuni analisti suggeriscono che potrebbero esserci opportunità per nuovi accordi tecnici tra Gazprom e il gestore della rete ucraina, altri avvertono che senza un cambiamento significativo nella situazione politica attuale, è improbabile che si raggiunga un accordo soddisfacente.

In sostanza, l’interruzione delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina rappresenta non solo la fine di un’era ma anche un’opportunità per l’Europa di rafforzare la propria indipendenza energetica e diversificare le proprie fonti di approvvigionamento. Tuttavia, le ripercussioni economiche e politiche della decisione si faranno sentire non solo a lungo termine.