L’Udc a Fiuggi: senza un “centro” non si governa

Cesa: “Noi democratici cristiani siamo sempre stati proporzionalisti”

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Il centrodestra non può essere in mano solo a sovranisti. Il che vuol dire che senza un “centro” non si governa. In estrema sintesi, è lo spirito che anima la due giorni dell’Udc in scena a Fiuggi e che oggi chiude i battenti. “Noi democratici cristiani siamo sempre stati proporzionalisti” ha esordito Lorenzo Cesa alla festa nazionale del suo partito. E, come ha sottolineato lo stesso leader dello Scudocrociato, “lo siamo ancor di più quando si parla di taglio di parlamentari”. Come dire, “non c’è nessuna alternativa ad un sistema proporzionale con preferenza, unico modo per riavvicinare i cittadini alla politica”. Militanti e tanti big politici di centrodestra hanno partecipato alla manifestazione in corso nella città del Frusinate. Cesa ha pure insistito nel “ricreare nel nostro Paese una grande forza che faccia riferimento al partito popolare e che moderi la politica nel nostro paese”.

E spazzando ogni equivoco, ha rimarcato che “l’Udc si pone all’opposizione di questo Governo, in un centrodestra che vuole essere pacato, ragionevole, un centrodestra che si occupi dei problemi della gente”. Per il presidente dell’Udc, invece, serve “un’area della ragionevolezza che vada al di là degli slogan dei like sui social”. In altri termini, per Antonio De Poli, “c’è la necessità di andare oltre la ‘pancia’”, quindi, “c’è un centro che chiede diritto di cittadinanza”. Ma non è sola l’Udc a credere a un centro. Lo stesso leghista Claudio Durigon, presente, tra gli altri, a Fiuggi, ha puntellato che “senza il centro non si governa”. In sostanza, per l’ex sottosegretario al Lavoro del governo gialloverde, “serve un centrodestra rinnovato, moderato e che rispetti la volontà dei cittadini”.

Nello Musumeci, non ha usato mezzi termini, evidenziando non solo che “il centrodestra è una necessità” ma “è condannato a stare unito”. Per il governatore della Sicilia, “la coalizione per chi ci crede è un valore per chi non ci crede è il male necessario”. Un fatto è certo, per Musumeci: “L’Italia è un paese moderato”. Alla coalizione, ancora ci crede anche Maurizio Gasparri. “Bisogna tenere il centrodestra unito con tutte le anime e le componenti – ha detto il senatore di Fi – perché nella storia italiana il centrodestra è sempre stato maggioritario quando è stato coeso, quando la pluralità di voci ha portato consenso, forza ad una coalizione che non si può sbilanciare. Se sbilanciata – ha proseguito Gasparri – perde la possibilità di vincere”. La sua collega Anna Maria Bernini, sempre dal palco di Fiuggi, s’è soffermata sull’ipotesi di una nuova legge elettorale.

“Credo, ad esempio, che il modello semipresidenziale alla francese funzionerebbe benissimo da noi – ha detto la senatrice azzurra – però si dovrebbe cambiare la Costituzione e stabilire due turni che adesso non esistono”. Di certo, “Forza Italia lavorerà ad una formula che garantisca il rispetto della volontà popolare massimamente e insieme la governabilità del paese”. La prima giornata della festa dell’Udc, infine, è stata anche momento di dibattito sul tema “Un morto ogni tanto”, dal titolo del libro scritto dal giornalista Paolo Borrometi. “In questo libro ho fatto nomi e cognomi – ha detto Borrometi – quali passaggi ci siano nel triangolo dell’ortofrutta. In questo paese non servono né eroi né martiri, ma una coscienza civica di ognuno di noi. Serve essere cittadini”.