L’Ue apre a più flessibilità nel Patto Stabilità per spesa difesa

Von der Leyen: “Per tempi straordinari, è possibile avere misure straordinarie, e penso che viviamo in tempi straordinari”

Ursula Von der Leyenok

Ursula von der Leyen

Una chiara apertura a “molta più flessibilità” nella valutazione dei conti pubblici degli Stati membri riguardo alla spesa per la difesa, nel quadro del nuovo Patto di Stabilità, è venuta stasera dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, come conclusione della discussione tra i leader al vertice Ue informale di Bruxelles. Von der Leyen, inoltre, ha lasciato socchiusa la porta anche per possibili nuove forme di “finanziamento europeo”, senza fornire più dettagli, riguardo a determinati progetti comuni di difesa considerati prioritari ed essenziali dagli Stati membri.

“Se guardiamo ai tre livelli possibili per il finanziamento” dell’incremento della spesa per la difesa nell’Ue, “ci sono i bilanci nazionali, la Banca europea per gli investimenti e poi c’è il settore finanziario privato che possiamo usare. Ora – ha spiegato la presidente della Commissione – se guardiamo ai bilanci nazionali, sono vincolati, sono stati vincolati finora mediante le nuove regole del Patto di stabilità e crescita”.

Ma, ha sottolineato von der Leyen, “per tempi straordinari, è possibile avere misure straordinarie, anche nel Patto di stabilità e crescita; e penso che viviamo in tempi straordinari. Quindi – ha annunciato – esamineremo più a fondo, come Commissione l’utilizzo di molta più flessibilità. Sono opzioni possibili, con il Patto di stabilità e crescita, per gli investimenti e le spese per la difesa. Questo darà molto più spazio di bilancio o margine di manovra agli stati membri per aumentare la loro spesa per la difesa a livello nazionale”.

“C’è poi – ha continuato la presidente della Commissione – una seconda opzione in cui penso sempre che dobbiamo mantenere l’ordine di priorità su come prrocedere. Se prendo la difesa aerea avanzata”, lo scudo aereo europeo che è stato proposto dal premier polacco Donald Tusk e da quello greco Kyriakos Mitsotakis, “c’è molto sostegno” da parte degli Stati membi. “Tutti sanno che nessuno Stato membro è in grado di fornire una difesa aerea sufficiente da solo. Ma la difesa aerea avanzata per l’intera Unione europea, con l’esperienza della guerra ai nostri confini – ha rilevato von der Leyen -, è assolutamente necessaria. Quindi si prende prima un progetto comune e poi si può discutere di come il finanziamento europeo comune sia fattibile. Qui non siamo entrati nei dettagli al momento, ma il forte sostegno alla proposta di Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis parla da sé”.

In terzo luogo, “c’è la Bei: penso che le sue pratiche di prestito cambieranno. La Bei è disposta a farlo, ha già dedicato del denaro che potrebbe investire” in progetti che riguardano la difesa. “E questo dovrebbe essere fatto con progetti a livello europeo”, ha osservato la presidente della Commissione.

“Infine, c’è il settore bancario privato, che è stato finora riluttante a finanziare progetti di difesa. Qui penso che dobbiamo davvero parlarci, l’uno con l’altro. Inoltre, il fatto che la Bei cambi le sue pratiche di prestito rende più facile per il settore bancario, il settore bancario privato, seguire l’esempio”, ha concluso von der Leyen.