Protesta in Russia, Navalny condannato a 15 giorni di carcere. Alfano a Mosca

27 marzo 2017

Il leader dell’opposizione Alexei Navalny, promotore delle proteste anticorruzione tenute ieri a Mosca e in altre città russe, è stato condannato a 15 giorni di detenzione e al pagamento di una multa di 20.000 rubli (circa 350 euro) all’indomani del suo arresto nella capitale russa insieme ad almeno altre 1.030 persone. Intanto, l’Unione europea ha chiesto alla Russia di liberare “senza indugio i manifestanti pacifici” fermati ieri durante la manifestazione contro la corruzione a Mosca. “Le operazioni di polizia nella Federazione Russa, che hanno cercato di disperdere le manifestazioni e hanno arrestato centinaia di cittadini, fra cui il leader dell’opposizione Alexei Navalny, hanno impedito di esercitare le loro libertà fondamentali, fra cui la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella Costituzione russa”, ha affermato un portavoce dell’Ue. Secondo gli ultimi dati, sono oltre mille le persone fermate, tra queste, come detto, il blogger e oppositore del Cremlino Navalny. “Esortiamo le autorità russe a rispettare pienamente questi diritti e a liberare senza indugio i manifestanti pacifici che sono stati arrestati”, ha aggiunto la portavoce. Il blogger e leader dell’opposizione russa Alexei Navalny dovrà presentarsi questa mattina davanti ai giudici dopo aver passato la notte in carcere. All’origine della manifestazione, che ha riunito decine di migliaia di persone a Mosca e anche in decine di città di provincia solitamente tranquille, un rapporto nel quale si accusa il premier Dmitri Medvedev di essere titolare di un impero immobiliare finanziato coi soldi degli oligarchi russi. L’indagine, sotto forma di video, è stata vista 11 milioni di volte su YouTube, ma è stata accolta nel totale silenzio delle autorità russe.

Dal canto suo, il Cremlino fa sapere che le manifestazioni anticorruzione organizzate ieri a Mosca e in altre città russe sono state “una provocazione”. “Di fatto quello che abbiamo visto ieri in diversi luoghi, soprattutto a Mosca, è una provocazione e una menzogna”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che Navalny ha “mentito” sostenendo che le manifestazioni fossero “legali”. Non solo, secondo Mosca è stata promessa una “ricompensa” finanziaria in caso di arresto ai bambini che hanno partecipato ieri alle manifestazioni anticorruzione in Russia. Ma il Cremlino non ha presentato prove a sostegno di tale accusa. “Ci sono informazioni che ai minorenni che hanno partecipato alle manifestazioni a Mosca sono state promesse ricompense finanziarie in caso di arresto da parte delle forze di sicurezza”, ha detto ai giornalisti Peskov, sostenendo che le accuse si basano su “fatti”. Intanto,  oggi il ministro degli Esteri Angelino Alfano (foto dx) è a Mosca. Nella capitale russa, il titolare della Farnesina torna dopo esserci già stato quasi 8 anni orsono da Guardasigilli. A quel tempo tuttavia i rapporti tra Mosca e Bruxelles erano molto più rilassati e la crisi ucraina non aveva scatenato la tempesta delle sanzioni. Alfano partecipa a un incontro con la comunità d’affari italiana in Russia. Vedrà inoltre l’omologo Sergey Lavrov (foto sx) e il vicepremier russo Arkadij Dvorkovich.  “Ho posto la questione dei fatti ieri qui – ossia le manifestazioni in piazza contro la corruzione e di conseguenza contro il governo russo – e nel pieno rispetto delle leggi di questo Paese, non posso non riconoscermi nella dichiarazione della nostra Ue per la libera espressione e la libertà di pensiero”, dice Alfano nella conferenza stampa congiunta con il collega Lavrov.

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