Politica

L’Ue in allarme per il ridimensionamento del supporto militare tedesco all’Ucraina

La recente decisione della Germania di ridurre del 50% il proprio aiuto militare all’Ucraina entro il 2025 ha sollevato forti preoccupazioni in Europa, evidenziando le crescenti tensioni all’interno dell’Unione Europea riguardo al sostegno continuo al governo di Volodymyr Zelensky. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha definito questa riduzione “molto preoccupante” e una “cattiva notizia” durante un intervento a Santander, in Spagna, come riportato dall’agenzia di stampa France Presse.

Borrell ha sottolineato come, in termini assoluti, la Germania stia facendo molto per sostenere l’Ucraina, ma la decisione di ridurre drasticamente il sostegno militare rischia di compromettere la posizione di Kiev nel conflitto con la Russia, avviato nel febbraio 2022. Finora, Berlino è stata uno dei maggiori contributori, insieme agli Stati Uniti, all’assistenza militare a Kiev, destinando quest’anno 8 miliardi di euro.

La mossa del governo tedesco, guidato dal cancelliere Olaf Scholz, riflette le pressioni finanziarie interne e la crescente preoccupazione per l’efficacia di un sostegno militare continuo all’Ucraina. Il ministro delle finanze, Christian Lindner, ha spiegato che la decisione è stata presa a causa della mancanza di risorse finanziarie, ma ha anche delineato un piano alternativo: utilizzare i fondi generati dai beni russi congelati in seguito alle sanzioni imposte dall’Occidente per continuare a sostenere Kiev. Questo approccio, tuttavia, non prevede nuove assistenze aggiuntive rispetto ai 4 miliardi di euro già inseriti nella Legge di bilancio del prossimo anno.

La proposta di Berlino di creare uno strumento finanziario all’interno del G7 e dell’Unione Europea, che utilizzi i beni russi congelati, apre questioni legali ed etiche significative. L’utilizzo di beni sequestrati per finanziare una nazione in guerra potrebbe non solo esacerbare le tensioni con Mosca, ma anche allontanare ulteriormente qualsiasi prospettiva di negoziato, introducendo potenziali misure simmetriche da parte della Russia.

Il dibattito sulla riduzione degli aiuti ha anche risvegliato critiche interne in Germania. Ingo Gädechens, membro della CDU, ha condannato la sospensione degli aiuti come un segno di debolezza, suggerendo che la mossa potrebbe riflettere un crescente scetticismo in Europa riguardo all’efficacia del sostegno militare continuo all’Ucraina, soprattutto in un momento in cui l’inflazione e le preoccupazioni economiche dominano l’agenda politica dei paesi europei.

Inoltre, l’opinione pubblica tedesca è stata scossa dalla conferma che il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel maggio 2022, che portavano gas dalla Russia alla Germania, è stato attribuito all’Ucraina. Questa rivelazione ha complicato ulteriormente il già delicato scenario geopolitico, alimentando ulteriori dibattiti sulla responsabilità e sulle conseguenze della guerra.

In questo contesto, la decisione della Germania rappresenta non solo una sfida per il futuro del supporto europeo all’Ucraina, ma anche un segnale delle crescenti divisioni all’interno dell’UE su come affrontare la crisi. Mentre Berlino cerca di bilanciare le pressioni interne ed esterne, l’Europa dovrà confrontarsi con le implicazioni a lungo termine di una potenziale riduzione del sostegno militare a Kiev e con le complesse dinamiche geopolitiche che ne derivano.

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