La crescita dell’area euro “ha perso marcatamente slancio”, più di quanto ci si attendesse negli ultimi mesi, mentre i dati più recenti, come sul settore manifatturiero “non mostrano segnali convincenti di un rimbalzo nel breve termine”, mentre i rischi restano orientati al ribasso. Questo il quadro descritto dal presidente uscente della Bce, Mario Draghi, nella sua ultima audizione al Parlamento europeo. Alla luce delle elevate incertezza che ha di fronte, la politica monetaria della Bce “deve restare accomodante per un prolungato periodo di tempo” e il Consiglio resta pronto a “aggiustare tutti i suoi strumenti se giustificato”, dalle prospettive di inflazione, ha aggiunto. Draghi ha rivendicato che il pacchetto di stimoli deciso dall’ultimo direttorio dimostra la determinazione dell’istituzione a perseguire i suoi obiettivi di stabilità. “Mantenendo un orientamento di accomodamento sui tassi, indichiamo che disponiamo ancora di spazio per ridurre i tassi, se necessario”, ha sottolineato.
Intanto Eurolandia ha bisogno di “una strategia economica coerente”, che completi e renda più efficace la politica monetaria della Bce. E in questa prospettiva il Consiglio direttivo è unanime nel ritenere che servirebbe un contributo più decisivo delle politiche di Bilancio, ha proseguito Draghi. Alla luce del rallentamento dell’economia, “i Paesi che dispongono di margini di bilancio dovrebbero agire in maniera tempestiva e efficace”, ha ribadito. “Dove si dispone di sostenibilità di Bilancio il potenziale effetto anticiclico di misure espansive viene rafforzato dal contesto attuale, dato il quadro di bassi tassi di interesse. Invece, “i governi dei Paesi con elevati debiti pubblici dovrebbero perseguire politiche prudenti” e puntare a centrare i loro obiettivi di deficit, ha aggiunto.
Le regole di Bilancio dell’area euro andrebbero però “rivisitate”, in particolare la loro efficacia nel promuovere politiche anticicliche nelle fasi di rallentamento. “L’esperienza finora – ha notato Draghi – è stata di regole efficaci nel limitare debito e deficit, ma che non sono efficaci ora”. Il presidente si è detto fiducioso del fatto che la nuova Commissione europea si impegnerà su questo aspetto. Ma poi ha voluto anche precisare che “quando parliamo di spesa” per avere un effetto anticiclico rispetto al rallentamento dell’economia, e “anche nei paesi dove ci sono margini”, la spesa di cui si parla “deve essere quella che aumenta il potenziale di crescita”.