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L’ultima di Biden scuote l’America: grazia totale al figlio Hunter

Con una decisione che non ha precedenti nella storia recente degli Stati Uniti, Joe Biden ha concesso una grazia piena e incondizionata al figlio Hunter. L’annuncio, arrivato a sorpresa durante il weekend del Ringraziamento a Nantucket, a meno di due mesi dalla fine del mandato presidenziale, ha immediatamente sollevato un’ondata di polemiche. La mossa è destinata a segnare l’eredità politica del presidente e ad accendere un acceso dibattito sulla giustizia, l’etica e il peso delle connessioni familiari nella politica americana.

I processi di Hunter e la grazia presidenziale

La grazia riguarda due casi distinti e controversi. Il processo in Delaware: Hunter Biden era accusato di aver acquistato illegalmente un’arma da fuoco omettendo di dichiarare la propria dipendenza da stupefacenti, una violazione delle leggi federali. E il processo in California: Le accuse includevano un’evasione fiscale di circa 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019. Tali somme sarebbero state spese in droghe, escort, club esclusivi, hotel di lusso e beni personali. Hunter aveva ammesso le sue colpe in entrambe le vicende, confidando in una pena ridotta. Ma con la grazia presidenziale, le sentenze attese a dicembre vengono annullate.

Attraverso una lunga dichiarazione, Joe Biden ha spiegato la sua decisione, descrivendo i procedimenti contro il figlio come un esempio di persecuzione politica orchestrata dagli avversari repubblicani per danneggiare la sua presidenza. Biden ha sottolineato che i reati imputati a Hunter raramente portano a processi penali e che, in circostanze normali, sarebbero stati risolti con sanzioni amministrative. “Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio”, ha dichiarato il presidente, ribadendo che il sistema giudiziario è stato influenzato da pressioni politiche.

Le reazioni

Come prevedibile, la decisione di Biden ha suscitato reazioni feroci da parte dei Repubblicani e di altre figure pubbliche. Donald Trump, attraverso il suo social network Truth, ha accusato Biden di “abuso di potere” e ha chiesto provocatoriamente se la grazia includa anche i partecipanti all’insurrezione del 6 gennaio 2021. Donald Trump Jr., invece, su X (ex Twitter), ha definito la grazia “un atto di sfacciata ipocrisia”, un post subito amplificato da Elon Musk.

Mentre James Comer, presidente della commissione di vigilanza della Camera, ha accusato Biden di mentire e di aver politicizzato il sistema giudiziario. Dall’altro lato, i Democratici hanno difeso la scelta del presidente come un gesto umano e giustificabile, sebbene alcuni analisti ritengano che questa decisione possa creare un pericoloso precedente.

Un precedente rischioso

La grazia concessa da Biden a suo figlio potrebbe avere conseguenze politiche significative. Alcuni temono che questa scelta apra la strada a un uso strumentale della grazia presidenziale da parte di futuri leader, inclusa la possibilità che Donald Trump, se rieletto, possa perdonare i responsabili dell’assalto a Capitol Hill. Inoltre, l’episodio alimenta un dibattito sul confine tra giustizia e politica, sollevando interrogativi sulla capacità di separare gli affari privati da quelli pubblici quando il presidente è direttamente coinvolto.

Biden lontano dalle polemiche

Mentre il dibattito infiamma gli Stati Uniti, Joe Biden si prepara a partire per un viaggio diplomatico in Angola, lasciando alle spalle le polemiche. Resta da vedere se questa mossa audace aiuterà a proteggere il suo lascito politico o se, al contrario, lo macchierà indelebilmente. Con questa decisione, il presidente Biden lancia un messaggio forte ma rischioso: nessun padre, nemmeno il Presidente degli Stati Uniti, può ignorare l’umanità di fronte alla giustizia. Ma il prezzo politico potrebbe essere altissimo.

Pubblicato da
Eleonora Fabbri