L’ultima pugnalata di Alfano a Berlusconi: “Sono triste per lui. A 80 si fa fischiare dai leghisti”
LA VENDETTA Il ministro dell’Interno attacca anche Salvini: “È un quaquaraquà. Talmente incolto che non glidarebbero neanche il ministero delle zanzare”
Dopo la manifestazione di Bologna una cosa è certa: Angelino Alfano non farà mai parte del centrodestra di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Certo, in politica mai dire mai. Ma lo scontro a distanza tra il ministro dell’Interno e il leader della Lega non lascia molto spazio al dialogo. Ad aprire le danze è Salvini che dal palco di Piazza Maggiore attacca: “Con noi un personaggio inutile e e incapace come Angelino Alfano non ci sarà mai. Occupati dei poliziotti, cretino che non sei altro, e lascia perdere la politica che non fa per te”. E ancora: “Questo incapace (Matteo Renzi ndr) divide la società in uomini e bestie, io divido la società, come faceva Gianfranco Miglio, in produttori e parassiti: e lui è un parassita e degno rappresentate dei parassiti che campano alle spalle del prossimo. Lui, Alfano e Boldrini in un altro Paese non amministrerebbero nemmeno un condominio”.
Passano poche ore ed ecco la replica di Alfano che, ospite di L’Arena su Rai1, scomoda addirittura Leonardo Sciascia e la sua famosa classificazione del genere umano: “Matteo Salvini non è un piccolo uomo o un ominicchio, ma un quaquaraquà incolto e ignorante cui nessun Paese al mondo affiderebbe neanche la delega alle zanzare”. Poi, però, il leader Ncd si concentra su Silvio Berlusconi. E rifila un’altra pugnalata al suo “padre” politico: “La macchina non la guida più il leader dei moderati, la guida Salvini, e Berlusconi sta seduto al sedile passeggero o a quello dietro. Salvini è diventato il diretto superiore di Berlusconi. Sono molto triste per lui, a 80 anni oggi è andato a farsi fischiare da quelli di Salvini”.