“Noi rafforziamo la sovranità dell’Ungheria. Con questa modifica costituzionale noi proibiamo che popolazioni straniere si stabiliscano in Ungheria”. Così, con un comunicato, il governo ungherese si è compiaciuto oggi dell’approvazione dell’emendamento della Carta fondamentale che chiude alle “popolazioni aliene”, ufficialmente nel nome della sovranità ungherese, de facto per respingere con la forza della Costituzione il sistema di ricollocamenti dei migranti proposto dall’Ue per redistribuire gli arrivi in Italia e Grecia.
In un Paese che è stato attraversato nel 2015 da migliaia di migranti diretti verso Ovest, ma dove praticamente nessuno si è fermato, l’esecutivo diretto da Viktor Orban dichiara che “questa protezione rafforzata è necessaria, poichè la pressione migratoria che colpisce l’Europa è continua” e “la politica di Bruxelles favorevole alle migrazioni minaccia il nostro Paese di essere invaso dai migranti”. La nota governativa segue l’adozione da parte del parlamento del pacchetto di leggi diventato noto come “Stop-Soros”, che modifica quattro leggi pre-esistenti e introduce un nuovo reato penale, quello di “facilitazione dell’immigrazione illegale”. In base alla nuova legislazione, chiunque può essere perseguito per lavorare per una Ong o in sintonia “con” un’organizzazione non governativa che aiuti i migranti o sia attiva in campagne pro-migranti.
“Stop-Soros” perchè il premier Viktor Orban accusa il miliardario americano di origine ungherese George Soros, di orchestrare una “immigrazione di massa” verso l’Ue, finanziando organizzazioni non governative nel settore. Un argomento usato durante la campagna elettorale in vista delle elezioni dello scorso aprile, valse ad Orban un terzo mandato consecutivo da premier e che ora intende usare in sede europea. Il nuovo giro di vite anti-migranti prevede in particolare fino a un anno di reclusione per chiunque presti assistenza a una persona entrata illegalmente in Ungheria da un Paese non appartenente allo spazio Schengen, a patto che la vita della persona in questione non fosse immediatamente in pericolo. Oggi l’adozione del pacchetto anti-Soros ha destato poca attenzione in Ungheria, e molte Ong hanno denunciato anche un “nuovo attacco” alle libertà fondamentali in Ungheria. Già ieri nell’ambito della legge di bilancio, il parlamento ha votato l’introduzione di una tassa del 25% sulle Ong che sono attive nel settore. askanews