L’Unione Europea alla svolta: rivedere le sanzioni alla Siria e sostenere l’Ucraina nel cammino verso l’adesione
In merito, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato un possibile cambiamento nelle politiche dell’Ue. Nel frattempo, ha ribadito il forte impegno dell’Unione verso Kiev, con un piano di assistenza finanziaria che prevede 13 miliardi di euro per il 2025
Oggi, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha affrontato due questioni cruciali per l’Unione Europea: il sostegno alla Siria e il percorso dell’Ucraina verso l’adesione. In un intervento a Strasburgo, von der Leyen ha sollevato la possibilità di rivedere le sanzioni economiche imposte alla Siria, per consentire al paese di intraprendere un processo di ricostruzione, mettendo però come condizione il raggiungimento di “un vero progresso verso un processo politico inclusivo”. Le sue parole hanno riacceso il dibattito sulla gestione delle sanzioni europee, le quali, seppur giustificate dalle violazioni dei diritti umani e dai conflitti interni, sono spesso considerate un ostacolo al recupero economico della Siria.
Nel contempo, von der Leyen ha annunciato che l’Unione Europea trasferirà 13 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina nel 2025. Questo supporto, frutto di uno strumento appositamente creato per l’Ucraina, verrà affiancato da 18 miliardi di euro in prestiti rimborsati grazie agli asset russi congelati, come parte di un ampio pacchetto di aiuti a Kiev. L’Unione Europea, insieme ai suoi partner internazionali, continuerà a sostenere l’Ucraina sia finanziariamente che politicamente, un passo cruciale per la sua stabilizzazione dopo l’invasione russa.
Verso l’adesione dell’Ucraina
Oltre agli aiuti economici, von der Leyen ha evidenziato che l’Unione Europea è pronta ad avviare negoziati sostanziali con l’Ucraina per la sua adesione all’Unione Europea all’inizio del 2025. “Dobbiamo continuare a sostenere politicamente l’Ucraina”, ha detto, elogiando i progressi fatti dal paese nel cammino verso l’integrazione. L’Ucraina, insieme alla Moldavia, ha ottenuto lo status di candidato nell’estate del 2022, con condizioni specifiche per avviare i colloqui ufficiali. L’anno scorso si sono svolti i primi incontri intergovernativi tra l’UE, l’Ucraina e la Moldavia, segnando un’importante pietra miliare nel processo.
Tuttavia, ottenere lo status di candidato e iniziare i negoziati non garantisce l’adesione. La lunga attesa di paesi come la Turchia e la Macedonia del Nord, che sono candidati da molti anni senza ancora entrare nell’UE, dimostra la complessità di questo processo. La Croazia, ultima nazione ad aderire all’Unione, ha visto il suo percorso completarsi solo dopo dieci anni di negoziati.
Rivedere le sanzioni per la ricostruzione della Siria
Nel contesto di queste dichiarazioni, von der Leyen ha anche messo in luce la necessità di un possibile ripensamento delle sanzioni europee contro la Siria. Le restrizioni economiche imposte dal blocco europeo, seppur giustificate dalla situazione politica e dai diritti umani, sono viste da molti come un freno alla possibilità di una ripresa per il paese. Per la presidente della Commissione, facilitare la ricostruzione in Siria dipende da un chiaro impegno verso un processo politico che possa includere tutte le forze in gioco. Senza una soluzione politica concreta, la Siria rischia di rimanere intrappolata in un circolo vizioso di instabilità economica e sociale.
Le parole di Ursula von der Leyen pongono sotto i riflettori la doppia sfida che l’Unione Europea si trova ad affrontare: continuare a sostenere l’Ucraina nel suo difficile cammino verso l’integrazione europea, mentre valuta anche un possibile cambiamento nella sua politica nei confronti della Siria. La ricostruzione e la stabilizzazione di entrambi i paesi richiedono un impegno continuo e una visione a lungo termine da parte dell’Europa, che, pur affrontando le sue difficoltà interne, rimane un attore chiave nelle dinamiche geopolitiche globali.