L’uscita di Michel e il rischio Orban a capo del Consiglio europeo
Finora, non c’erano mai state dimissioni prima della fine del mandato. Possibile una presidenza provvisoria da luglio fino a novembre
L’annuncio, sabato scorso, dell’intenzione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, di presentarsi candidato alle elezioni europee di giugno ha creato una situazione inedita, con in più il rischio che a prendere il suo posto sia chiamato, solo per cinque mesi ma proprio nel momento delicato della gestione dei negoziati sulla nomina della nuova presidenza della Commissione europea, il più antieuropeo e filo russo dei leader dei Ventisette, l’ungherese Victor Orbán.
La funzione del presidente stabile del Consiglio europeo, eletto per due anni e mezzo rinnovabili una volta, è stata introdotta dal Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore due anni dopo, il primo dicembre 2009. Prima di questa modifica del Trattato, la presidenza dei vertici europei era affidata proprio al capo del governo che esercitava la presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue nelle sue varie formazioni ministeriali. Finora, non c’erano mai state dimissioni prima della fine del mandato da parte dei predecessori di Michel, Donald Tusk, recentemente ritornato al potere come premier in Polonia, e prima di lui un altro belga, Herman van Rompuy.
Se verrà eletto alle elezioni europee, tra le file dei Liberali, Michel dovrà dimettersi da presidente del Consiglio europeo prima di entrare in carica come eurodeputato, dopo aver prestato giuramento, ovvero entro il 14 luglio. Era già previsto che i capi di Stato e di governo dei Ventisette si accordassero (a maggioranza qualificata, secondo l’articolo 15, paragrafo 5, del Trattato sull’Unione europea) per nominare il suo successore al vertice del 24 giugno, in cui Michel dovrebbe essere per l’ultima volta al suo posto. Ma il mandato dell’attuale presidente del Consiglio europeo scadrebbe normalmente il 30 novembre 2024.
Le tre ipotesi
I capi di Stato e di governo hanno a questo punto tre possibili strade davanti: 1) nominare a giugno il successore di Michel, decidendo anche di anticiparne a luglio l’entrata in funzione, invece che a fine novembre; 2) affidare la presidenza provvisoria, per i cinque mesi fino a novembre, al capo del governo che da luglio assumerà la presidenza semestrale di turno delle formazioni ministeriali del Consiglio Ue, l’ungherese Victor Orbán (come prevede l’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento interno del Consiglio europeo); 3) decidere di affidare la guida del Consiglio europeo per l’ordinaria amministrazione a un presidente provvisorio (“caretaker”), sempre fino a fine novembre, quando entrerebbe in funzione il nuovo presidente.
Fonti del Consiglio europeo fanno notare che le procedure previste dal regolamento interno possono essere modificate a maggioranza semplice dai capi di Stato e di governo, nel caso in cui venisse scelta la prima o la terza opzione. “Ci sono molti strumenti se c’è la volontà politica di evitare Viktor Orbán” come presidente provvisorio del Consiglio europeo, ha dichiarato Michel alla stampa. “Ci sono varie opzioni possibili”, ha aggiunto, confermando che le regole esistenti potrebbero essere “modificate a maggioranza semplice”.