Il Movimento 5 Stelle si trova di fronte a un momento cruciale della sua storia politica. Il 2024 segna l’inizio di un “processo costituente” destinato a ridefinire l’identità, i valori e l’organizzazione interna del Movimento, come annunciato recentemente da Giuseppe Conte, leader del M5S ed ex Presidente del Consiglio. In un video pubblicato sui suoi canali social, Conte ha esposto le modalità con cui verrà condotto questo processo, offrendo uno spaccato delle dinamiche interne e delle tensioni che attualmente attraversano il Movimento.
Il “processo costituente” delineato da Conte si basa su una partecipazione della base del Movimento, un elemento che storicamente ha caratterizzato l’identità del M5S. Secondo quanto illustrato nel video, saranno coinvolti non solo gli iscritti al Movimento, ma anche i simpatizzanti, compresi i minorenni. Questo approccio inclusivo mira a rispecchiare la natura democratica e partecipativa che ha sempre distinto il M5S dalle altre forze politiche. Uno degli aspetti innovativi di questo processo è il sorteggio di trecento membri che avranno il compito di stilare un documento preliminare, che sarà la base per l’assemblea costituente vera e propria.
Il video di Conte, tuttavia, non si limita a presentare le modalità del processo costituente. La parte più rilevante e potenzialmente divisiva riguarda la risposta alle recenti dichiarazioni di Beppe Grillo, il fondatore e garante del M5S. Grillo, con un post che ha scosso gli ambienti del Movimento, ha ribadito la non negoziabilità di alcuni principi fondamentali: il nome del Movimento, il simbolo e la regola del limite massimo dei due mandati per gli eletti nelle istituzioni.
Conte, pur senza nominare esplicitamente Grillo, ha risposto con fermezza a queste affermazioni, sottolineando che sarà il processo costituente, e non “alcuni”, a decidere su questi aspetti. Questa presa di posizione segna un momento di svolta nella dinamica interna del M5S, mettendo in discussione il ruolo di Grillo e la sua influenza sul futuro del Movimento. Il messaggio di Conte è chiaro: nessuno, nemmeno il fondatore, può arrogarsi il diritto di stabilire a priori ciò che può o non può essere discusso dalla comunità degli iscritti.
Una delle questioni più controverse sollevate nel video di Conte riguarda la possibilità di discutere su aspetti che fino ad oggi sono stati considerati intoccabili, come il simbolo del Movimento, la sua denominazione e le regole organizzative, inclusa quella del limite dei due mandati. Conte ha ricordato come in passato queste regole siano già state modificate, citando l’introduzione della “regola del mandato zero”, un espediente che ha permesso a molti esponenti di prolungare la propria carriera politica all’interno del M5S.
Il leader del Movimento ha quindi lanciato un appello alla base, invitandola a partecipare al processo con “animo sereno, coraggioso”, e a liberare tutte le energie per rilanciare quella “carica rivoluzionaria e innovativa” che ha caratterizzato il M5S sin dalla sua nascita. Questo invito può essere interpretato come un tentativo di recuperare lo spirito originario del Movimento, che negli ultimi anni ha subito un certo appannamento, complice la partecipazione al governo e le inevitabili compromissioni con le logiche della politica tradizionale.
Il “processo costituente” del M5S rappresenta una sfida decisiva per il futuro del Movimento. Da un lato, potrebbe essere l’occasione per un vero e proprio rilancio, capace di riportare il M5S al centro del dibattito politico italiano come forza innovatrice e rivoluzionaria. Dall’altro, però, potrebbe anche innescare tensioni interne difficili da gestire, con il rischio di frammentare ulteriormente un Movimento già provato da anni di lotte intestine e di cambiamenti di leadership.
La risposta di Grillo alle parole di Conte, e l’esito stesso del processo costituente, saranno cruciali per determinare quale delle due direzioni prenderà il Movimento. Se il M5S riuscirà a trovare un equilibrio tra il rispetto dei suoi principi fondativi e la necessità di adattarsi ai cambiamenti del contesto politico, potrebbe emergere da questa fase più forte e coeso. In caso contrario, il rischio è che il Movimento possa subire un’ulteriore perdita di consenso e di rilevanza, in un panorama politico sempre più competitivo e frammentato.