Politica

M5S fuori da ballottaggi, l’asse Lega-Fi batte un colpo. Orlando quinta volta sindaco

Leoluca Orlando verso la riconferma. Con le prime proiezioni su dati reali, il sindaco uscente di Palermo indosserebbe per la quinta volta la fascia tricolore senza ballottaggio. Infatti, con una forbice tra il 43 e il 45 per cento, il Professore, sostenuto dal centrosinistra, andrebbe di diritto a Palazzo delle Aquile in quanto in Sicilia basta superate il 40% dei voti più uno per essere eletti. “In attesa di risultati certi, sembra evidente che la mia candidatura fra tutte le candidature delle grandi citta’ italiane e’ quella che riporta il miglior risultato – afferma Orlando commentando le prime proiezioni – il che costituisce la conferma del riconoscimento di un cambiamento che deve continuare dopo gli anni devastanti del governo di centro destra”. Insomma, dopo trentacinque anni, Orlando sembra l’unico politico nazionale a tenere banco. E con queste cifre è il primo sindaco ed essere stato eletto in Italia in questa tornata. Sul fronte nazionale, il Movimento 5 Stelle e’ fuori dai ballottaggi nei quattro capoluoghi di Regione: Genova, l’Aquila, Palermo e Catanzaro.

Fuori anche in citta’ importanti come Parma e Verona. La sentenza e’ arrivata a pochi minuti dalla chiusura delle urne nei 1.004 comuni al voto oggi. A Palermo e Genova i grillini arrivano terzi dietro alle compagini di centro sinistra e centro destra. A Verona e Parma, addirittura, non salgono nemmeno sul podio, surclassati anche dalle liste civiche. Con i Cinque Stelle tagliati fuori, a ridere e’ soprattutto il centro destra che torna ad affermarsi come diretto avversario del Pd. Un centro destra, tuttavia, molto diverso da quello rappresentato in Parlamento. Lega e Forza Italia sono partiti alleati in molti comuni, ma a livello nazionale Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sembrano destinati a non incontrarsi. Una anomalia per Salvini che ha sottolineato come, anziche’ battersi con la Lega per un sistema maggioritario che rendesse possibile la vittoria dell’asse FI-Lega alle politiche, preferisce fare un patto sul proporzionale con Renzi. Se ci sara’ una alleanza a livello nazionale, anche con un sistema elettorale proporzionale – spiega Salvini – non e’ escluso, ma la condizione necessaria e’ che ci sia un programma comune, che ad oggi manca.

A Genova i Cinque Stelle hanno pagato il caso Cassimatis, la candidata scelta dalla base con le ‘comunarie’ alla quale Beppe Grillo ha tolto il simbolo preferendole Luca Pirondini, oggi terzo dietro al candidato di centrosinistra, Gianni Crivello, e a quello di centrodestra, Marco Bucci, rispettivamente con il 34 e il 32%. Una sconfitta ‘politica’ per Grillo che nella ‘sua’ citta’ contava di arrivare almeno al ballottaggio.  Altra citta’ simbolo per i grillini e’ Parma. Qui ottennero il primo successo con l’elezione di Federico Pizzarotti, poi uscito dal movimento in dissenso con il leader. Oggi Pizzarotti, con il 38%, corre per la riconferma, ma se la vedra’ con il candidato del centrosinistra Paolo Scarpa, che ha ottenuto il 32%. Non vanno meglio le cose per i Cinque Stelle in Sicilia, terra che ha visto i Grillo trionfare in diversi comuni nel 2016, ma in cui oggi i Cinque Stelle sono tagliati fuori dai ballottaggi. A Palermo, una delle citta’ nelle quali si e’ concentrata la campagna elettorale di Grillo, Di Maio e Di Battista, Leoluca Orlando, come detto è verso Palazzo delle Aquile. Il suo ex delfino, il candidato di centrodestra Fabrizio Ferrandelli, si piazza al secondo postp con il 34%. Nel Partito Democratico la debacle dei Cinque Stelle viene interpretata come diretta conseguenza dell’incapacita’ di governare citta’ come Roma. E’ quanto sostiene, ad esempio, il responsabile enti locali del Pd, Matteo Ricci. Per il senatore Andera Marcucci, molto vicino al segretario Renzi, “le giunte M5S hanno lasciato il segno” e quello al quale si assiste e’ “un disastro a 5 stelle” che spiega anche il motivo per cui Grillo “ha affossato la legge elettorale con i collegi. Le giunte M5S hanno lasciato il segno”.

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