M5S, Conte in stand by va in cerca della nuova sede “di partito”
Possibile ripresa dei confronti interni nel week end. Il progetto potrebbe prendere forma non prima della fine di aprile
Settimana in stand by per il progetto di “rifondazione” del Movimento 5 stelle affidato a Giuseppe Conte. Nel pomeriggio l’ex premier è stato avvistato in via di Campo Marzio, alle spalle della Camera, accompagnare il reggente stellato Vito Crimi e il tesoriere Claudio Cominardi: obiettivo la scelta della sede nazionale, che darà sostanza alla svolta organizzativa annunciata da Conte nella recente assemblea con gli eletti, in direzione di una sorta di una “forma partito leggera”. L’ex presidente del Consiglio, che aveva in programma degli incontri di approfondimento in settimana, si è preso una pausa: e nei gruppi parlamentari circola la voce che il progetto potrebbe prendere forma non prima della fine del mese di aprile, addirittura. Conte è frenato dalla farraginosa procedura di risoluzione dei conflitti ereditati dal “vecchio “Movimento, primo fra tutti l’interminabile scambio di email (con supervisione dei rispettivi uffici legali) fra i vertici stellati e Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau che ha gestito finora la piattaforma digitale per la democrazia interna.
Il chiarimento con Rousseau è una delle precondizioni poste da Conte per l’avvio della nuova fase, e in molti nei gruppi parlamentari caldeggiano un taglio netto. Tuttavia, finora i 5 stelle hanno dovuto fare i conti con il legame affettivo che Beppe Grillo ha mantenuto nei confronti del “cofondatore”, lo scomparso Gianroberto Casaleggio, padre di Davide; e con la preoccupazione espressa da Grillo che la rinuncia a Rousseau privi il M5S della sua Agorà digitale, unico legame concreto, specie in tempi di piazze fisiche chiude causa Covid, fra eletti e iscritti. La trattativa si trascina ormai da mesi, ma l’obiettivo del M5S resta quello di riacquisire il totale controllo della sua organizzazione on line. Quanto agli arretrati rivendicati da Casaleggio (450mila euro circa), da Roma la risposta che ha ricevuto è sempre la stessa: l’Associazione è senza fini di lucro, non ci sono contratti firmati né fatture emesse, al massimo si può cercare un compromesso per evitare che uno tsunami finanziario travolga quello che è comunque un pezzo fondamentale della storia del M5S, che Casaleggio ricostruirà a modo suo a partire da lunedì 12 in una settimana di eventi on line dedicati alla figura del padre.
Il M5S rivendica la titolarità dei dati degli iscritti (che Rousseau non ha mai negato ma che continua a tenere sotto chiave in attesa di un accordo. Per ora i vertici romani non approfondiscono, racconta una fonte parlamentare, le diverse opportunità che il mercato offre per una possibile sostituzione dell’infrastruttura digitale gestita dall’Associazione “gemella”. Conte va avanti, quindi, ma piano: potrebbe comunque riprendere, si dice a Montecitorio, già nel fine settimana o al più tardi dalla prossima, i suoi conciliaboli on line sulla futura organizzazione con i vari gruppi di interesse interni al M5S: sindaci consiglieri comunali, parlamentari (non è ancora deciso se con i gruppi di Camera e Senato – ma non in una nuova assemblea congiunta, in ogni caso – oppure con rappresentanze omogenee per temi: ad esempio con deputati e senatori delle commissioni economiche e finanziarie).