Politica

M5s continua a perdere pezzi, addio dalla deputata Aiello

Il Movimento 5stelle continua a perdere pezzi. Un’altra parlamentare di “peso”, Piera Aiello, lascia con uno sferzante giudizio, che emerge da un lunghissimo post su Facebook. “Non posso restare in un Movimento che per anni ha ripetuto i concetti di: Onestà, Meritocrazia e Giustizia ma che alla prova dei fatti è sceso a compromessi, ha costruito cordate, ha attribuito incarichi delicati a individui privi della formazione necessaria per gestire attività vitali per la nostra Repubblica”, scrive la deputata del M5S Piera Aiello, annunciando la sua decisione di lasciare il gruppo parlamentare e la forza politica con la quale è stata eletta. Aiello, testimone di giustizia (da non confondere con chi, da ex mafioso, ha la qualifica di “collaboratore”) ha ricordato di essere stata eletta in Sicilia “con quasi 80 mila voti, di cui 25mila nominali. Ho deciso così di rimettere in discussione la mia vita, tenuta segreta dal lontano 30 luglio 1991, in quanto testimone di giustizia. Quando mi è stata chiesta la disponibilità alla mia candidatura, ho intravisto la possibilità di portare la mia esperienza di testimone in un`aula parlamentare dove poter esporre le problematiche dei testimoni, dei collaboratori di giustizia e degli imprenditori vittima di racket e di usura”.

La parlamentare, componente della commissione Giustizia e della bicamerale Antimafia, ha rivendicato di aver “messo in chiaro di non volermi candidare per nessun posto apicale, ma di voler portare un sano contributo in difesa delle suddette categorie, spesso, per non dire sempre, abbandonate negli anni dai Governi di turno. Affermo ciò perché nella mia trentennale lotta alla mafia tante promesse sono state fatte, e non mantenute, il che ha peggiorato sempre più la condizione di testimoni, collaboratori e imprenditori, quindi dell’intero popolo italiano, cui è stata soffocata la voce per aver avuto voglia affermare la verità e la giustizia”. “Negli anni – ha raccontato Aiello – mi ero appassionata a Gianroberto Casaleggio, uno dei padri del Movimento 5 Stelle, per le sue idee innovative, in cui era palese la voglia di un cambiamento concreto nell`ambito politico. Uno dei pensieri che ho fatto mio è il seguente: ‘Per raggiungere un obiettivo bisogna crederci, talvolta in modo irrazionale. In questo modo la possibilità di successo aumenta` poiché lo ritengo rappresentativo del mio percorso di lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Egli stesso si definiva un semplice cittadino che, con i pochi mezzi a sua disposizione, provava ad affermare quelle idee che a suo dire non sono né di destra né di sinistra poiché si tratta unicamente di idee buone o cattive”.

“Ma se ad oggi mi trovo a scrivere tutto ciò – ha spiegato – è perché, in due anni, di questi ideali non ho visto attuare neanche l`ombra. Per cominciare, in commissione giustizia i deputati sono incaricati di proporre emendamenti o modifiche su qualsiasi proposta di legge avallata o scritta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dal suo ufficio legislativo. Ma dopo mesi di sedicenti confronti, di tutto il lavoro parlamentare non rimane nulla. E’ sempre il ministro a decidere tutto e sicuramente non in autonomia, poiché il 90% degli emendamenti portati in commissione e poi in aula vengono bocciati e spesso senza alcuna motivazione valida. Sicuramente sono state fatte leggi importanti come lo ‘Spazza corrotti`, il ‘416-ter’, la ‘riforma della prescrizione`, l`inserimento del ‘Troyan` come strumento per le intercettazioni, ma di fatto rese vane nel momento in cui vengono mandati agli arresti domiciliari ergastolani del 41bis tramite una semplice circolare concordata con gli organi del Dap e il ministro Bonafede”. “Nella stessa commissione Giustizia alcuni dei componenti sono stati ‘inseriti’ e con incarichi importanti e di responsabilità, non per meriti o per competenze, tanto meno perché addetti ai lavori, ma solo perché uomini del ministro o affini”, è l’accusa di Piera Aiello. Dopo aver riassunto le difficoltà che incontrano (e i rischi che corrono) testimoni di giustizia e imprenditori vittime di racket e usura, la deputata, parlando di “amarezza per tutto il lavoro che ho fatto”, e per essere stata additata come “rompicoglioni”, ha sottolineato che “tutte le problematiche che ho elencato sono state puntualmente da me portate a conoscenza degli organi competenti, che ad oggi hanno audito alcuni di questi soggetti, senza risolvere nulla”.

“A livello locale – ha scritto ancora Piera Aiello – si sono commessi errori analoghi, avendo selezionato candidati sindaco privi delle competenze necessarie in una realtà così complessa qual è la Sicilia, certificandoli attraverso la piattaforma Rousseau, ma dopo avere scartato a tavolino candidature senza motivazioni valide. Alla luce di tutto ciò non voglio essere considerata complice di quanto è accaduto nonché chiudere gli occhi su quanto sta accadendo: ribadisco che non ho mai chiesto poltrone o privilegi ma solo di essere ascoltata e di continuare a fare antimafia vera nelle istituzioni competenti”. “A conclusione, faccio presente – ha scritto la deputata nel suo post di dimissioni dal M5S – di essere in regola con le restituzioni e con la rendicontazione che il Movimento ha richiesto ai portavoce, soprattutto non sento in alcun modo di tradire i miei elettori i quali mi hanno conferito l`onore e l`onere di essere eletta alla Camera dei deputati sotto il simbolo del Movimento”. “La mia lotta per la Legalità, la Giustizia e la Verità continua senza sosta, perché iniziò ben due decenni prima della nascita del Movimento e, se il Cielo mi aiuta, continuerà altri decenni a favore della mia gente, della Sicilia, dell’Italia tutta, in memoria di chi ha dato la propria vita per lo Stato senza scendere mai ad alcun compromesso. Tutto ciò premesso mi dimetto dal Movimento 5 Stelle, che non mi rappresenta più, continuando la mia attività di parlamentare”.

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