Politica

M5S, flop voto on line. Grillo incorona Di Maio un giorno prima

Una procedura “risibile”: così un parlamentare un tempo molto vicino ai vertici del Movimento 5 stelle definisce le primarie che avrebbero dovuto legittimare la nomina di Luigi Di Maio candidato premier e nuovo “capo politico” stellato, e invece lo hanno contrapposto alle candidature di sette sconosciuti, in una corsa senza storia. Le voci si inseguono, sul numero dei votanti sotto i centomila, probabilmente molto al di sotto (ma dopo i primi storici entusiasmi non poche votazioni on line importanti hanno suscitato l`interesse di non più di 30-40mila iscritti), e Beppe Grillo, arrivando alla manifestazione “Italia 5 stelle” che ha preso il via in uno spazio di campagna nei pressi della Fiera di Rimini, prova a disinnescare il prevedibile titolo dei giornali sul “flop”, ironizzando sul parallelo col Pd. “Sono state un successo. Siamo 140mila iscritti e 4 milioni e mezzo hanno votato. Sono due euro a voto, in tutto fanno otto milioni di euro”. Il leader carismatico non vede l’ora di passare la mano, nonostante in molti in questo periodo lo abbiano pregato, pubblicamente ma soprattutto privatamente, di non delegare troppo potere al vicepresidente della Camera, che fra le altre cose, da candidato premier, avrà l’ultima parola anche sulla scelta dei papabili ministri del suo ipotetico governo. Ecco perché, sul prato riminese che ospita la kermesse, incorona Di Maio in anticipo rispetto all`annuncio ufficiale previsto nel tardo pomeriggio di oggi.

“Si apre una bellissima fase – dice il comico genovese, che da oggi non sarà più leader ma solo garante nazionale del movimento – piena di giovani, di trentenni e quarantenni. E’ meraviglioso. Io sarò sempre il papà di tutti. Io sono vecchio. Ho settant’anni”. Poi ricorda che lui resta “il fondatore” e che le decisioni “le prenderanno sempre gli iscritti” e chiosa: “Spero di non fare la fine di Berlusconi”. Le divisioni resteranno sotto traccia, con ogni probabilità: Roberto Fico, punto di riferimento dei malumori interni degli “ortodossi”, orfani di Gianroberto Casaleggio e del movimento delle origini, non si è presentato alle primarie e oggi non parla. Potrebbe prendere la parola oggi, ma ieri sera a parlare di telecomunicazioni e informazione c`erano Mirella Liuzzi e Gianluca Castaldi, e non Fico che è presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai. Resta da vedere se il suo silenzio sia voluto (la sua pagina Facebook tace dallo scorso 15 settembre) o sia invece effetto della “linea dura sui dissidenti”, di cui si sussurra in ambienti M5S. Quel che è certo è che l’evento è costruito su misura per Di Maio, e non è previsto, nelle liturgie dei 5 stelle, uno spazio per critiche interne o dissensi troppo aperti.

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