Il Movimento 5 stelle non ha intenzione di perdere tempo: come annunciato, oggi in commissione Affari costituzionali della Camera saranno messe in calendario le proposte di legge – due targate M5s, una del Pd, a cui si aggiunge anche una terza proposta ma relativa all’attivita’ di lobbing – sul conflitto di interessi, con l’obiettivo di andare avanti spediti per provare – spiegano fonti di maggioranza – a votare un testo in prima lettura gia’ entro l’estate o al massimo alla ripresa dei lavori in autunno. Ma al pressing pentastellato non corrisponde altrettanta solerzia leghista. La Lega, infatti, ha accolto la proposta molto tiepidamente. Certo, Matteo Salvini ha subito premesso che “non diciamo di no”, ma aggiungendo che per lui “altre sono le priorita’”.
E tra i 5 stelle si inizia a temere che in Parlamento possa crearsi una maggioranza alternativa contro, con FI e diversi leghisti e che possa anche essere portata avanti una controffensiva su Rosseau. Del resto, proprio Silvio Berlusconi confida di sperare nella Lega per bloccare l’iniziativa grillina. E se non dovesse farlo il partito di via Bellerio, allora ci pensera’ sicuramente la Consulta, osserva. Comunque, garantisce l’ex premier, “non sono affatto preoccupato”. Ci pensa il presidente della Affari costituzionali, il pentastellato Giuseppe Brescia, a replicare per le rime al Cav: “Berlusconi si ritiri a vita privata. Ha rappresentato l’esempio piu’ lampante e nefasto di conflitto d’interessi nel nostro Paese”. Quanto al rischio incostituzionalita’, Brescia taglia corto: “Non abbiamo nemmeno iniziato a discutere in commissione e gia’ il testo e’ incostituzionale. Eppure mi pare di ricordare che gli esperti del suo governo abbiano partorito veri e propri obbrobri come il Lodo Schifani o il Lodo Alfano, sonoramente bocciati dalla Consulta”.
Forza Italia potrebbe tuttavia non rappresentare l’unico scoglio per i 5 stelle. Nel mirino della controffensiva di chi non vuole la legge – e’ il timore di alcuni 5 stelle – e’ che possa finire Rousseau e la Casaleggio associati. Il Pd, pronto al confronto sul tema, oggi presentera’ la sua proposta, e mette subito in chiaro: “Siamo assolutamente disponibili ad andare avanti su una proposta seria, che – avverte il capogruppo Graziano Delrio – non protegga gli amici degli amici. Se il M5s fosse disposto a fare un provvedimento che riguardi anche la Casaleggio e associati saremmo felicissimi”. Parole che fanno il paio con quelle pronunciate dalla senatrice M5s, Elena Fattori, tra i ‘dissidenti’ sul decreto Sicurezza e la legittima difesa: “Bisogna anche affrontare il conflitto d’interessi di chi detiene piattaforme web, non solo di chi detiene giornali”, spiega in un’intervista radio.
“Sebbene Davide Casaleggio abbia per molto tempo negato un ruolo nel M5s, quando poi e’ uscito l’atto fondativo del M5s in realta’ i due fondatori – ricorda – sono Davide Casaleggio e Luigi Di Maio. Bisogna mettere dei paletti per tutti, non solo per chi ha dei giornali, ma anche piattaforme web perche’ sono ugualmente efficaci nell’orientare l’opinione pubblica”. Battaglia subito cavalcata da Forza Italia: “La proposta M5s e’ uno scempio”, afferma la capogruppo Anna Maria Bernini, secondo cui “il peggio e’ che Di Maio e compagni non hanno nemmeno avuto il pudore di salvare la faccia mettendo qualche minimo paletto agli intrecci tra affari e politica di Casaleggio. Siamo di fronte quindi a un palese tentativo di trasformare la democrazia in una logica di regime tenendo in piedi il sistema di potere a 5 stelle: una spudorata legge ad personam”.