Nel Carroccio e nel Movimento 5 stelle c’e’ la convinzione che ora la strada sia in discesa. Alcuni ‘big’ della Lega interpretano la convocazione da parte del Capo dello Stato dei presidenti di Camera e Senato come una mossa per verificare la consistenza della maggioranza parlamentare. La convinzione e’ che il governo ci sara’ e che a presiederlo sara’ proprio il giurista Giuseppe Conte, che con chi lo ha sponsorizzato si e’ detto pronto alla sfida. Di Maio e Salvini potrebbero entrare al governo anche come vicepremier mentre Giorgetti dovrebbe essere sottosegretario alla Presidenza e avere le deleghe che furono di De Vincenti e puntare sui fondi europei per assecondare anche le istanze autonomiste delle Regioni. L’economista Savona continua ad avere ottime chance per via XX Settembre mentre agli Esteri dovrebbe andare Massolo, anche se filtrano resistenze da parte del Movimento 5 stelle. Della pattuglia della Lega, del governo dovrebbero far parte, oltre a Salvini che punta al Viminale, anche Molteni, Centinaio e Bongiorno mentre Siri potrebbe fare il sottosegretario al ministero Lavoro e Sviluppo economico che spettera’ a Di Maio.
Il fedelissimo del capo politico M5s, Spadafora, potrebbe avere la delega degli Affari europei. Il segretario del Carroccio avrebbe parlato, spiega un esponente del partito di via Bellerio, anche con il Capo dello Stato del rapporto con l’Europa, dopo l’affondo del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, e del capogruppo del Ppe, Manfred Weber. La preoccupazione e’ legata all’andamento dei mercati ma Salvini anche oggi ha ribadito che la musica e’ cambiata e che non si andra’ piu’ in Europa a fare i signorsi’. Il Carroccio gia’ guarda all’appuntamento del prossimo maggio e punta a sovvertire la ‘governance europea’ rinsaldando l’asse con gli eletti che arriveranno dal Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria), da Alternativa per la Germania e dal partito di Marin Le Pen che nel proporzionale alle elezioni ha preso il 25%. Intanto l’alleanza del centrodestra, anche dopo le elezioni in Valle d’Aosta, scricchiola sempre piu’.
Ne e’ consapevole anche Berlusconi che ribadisce che non sara’ lui a rompere ma e’ sempre piu’ critico nei confronti di Salvini, ritiene che il leader della Lega non si sia fatto garante del programma della coalizione (a partire dalla giustizia e dai piani sulle tasse e sulle pensioni) e che la scelta di dire si’ a Conte premier possa comportare gravi rischi per l’Italia. Il nostro Paese rischia di essere isolato, il ‘refrain’ del Cavaliere che condivide i timori di Weber anche se sostiene che questi affondi che arrivano dall’Unione europea non riusciranno a cambiare gli equilibri politici in Italia. L’obiettivo di FI e’ fare opposizione in Parlamento e per questo motivo si guarda a Fratelli d’Italia. Il convincimento e’ che sia sempre piu’ forte il pressing da parte di Salvini nei confronti di Giorgia Meloni affinche’ dica si’ all’offerta di due ministeri. Fdi ‘resiste’, fara’ il punto domani ma per il momento la posizione resta quella di esprimere contrarieta’ all’eventualita’ di far parte dell’esecutivo. La Lega intanto sta lavorando sui numeri a Palazzo Madama. “Partiamo da 173 si’ alla fiducia”, spiega un senatore che riferisce come siano gia’ stati contattati una decina di esponenti sciolti da vincoli parlamentari.