In mancanza di alternativa l’Iva aumentera’. La posizione cauta del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, viene osteggiata dalla maggioranza. Si tratta di un impegno politico che verra’ rispettato, la linea di Di Maio e di Salvini. Ma il nodo e’ come sterilizzare le clausole di salvaguardia che per il 2020 pesano per 23,2 miliardi. Nella risoluzione che presenteranno al Senato sul Def, M5s e Lega impegneranno l’esecutivo a trovare le risorse e a proseguire allo stesso tempo nel processo di riduzione delle tasse. Ma e’ ancora il tema della flat tax a dividere la maggioranza. Fonti di governo M5s invitano la Lega a lavorare per coprire la flat tax.
“E’ un problema soprattutto della Lega”, sottolineano le stesse fonti, “sia Salvini a trovare le risorse”. “Abbiamo trovato i fondi per il reddito di cittadinanza, Tria trovi i fondi per non fare aumentare l’Iva. Lo dico a lui e ai colleghi del Movimento 5 Stelle”, dice il ministro dell’Agricoltura, Centinaio. Sulla posizione illustrata dal responsabile di via XX settembre e’ ancora piu’ netto il Movimento 5 stelle: “Se Tria vuole un aumento dell’Iva puo’ passare al Pd – la linea dei pentastellati -. Per anni il Pd altro non ha fatto che alzare le tasse ai cittadini, mantenendo privilegi medievali come i vitalizi, che noi abbiamo tagliato, e molto altro. Quindi se Tria e’ cosi’ desideroso di aumentare l’Iva puo’ scegliere un’altra collocazione. Con questa maggioranza non esiste”. Fonti di governo in ogni caso negano che il ministro dell’Economia sia tornato in bilico. Sulla stessa lunghezza d’onda il partito di via Bellerio.
Ma al di la’ dello scontro sull’Iva, sul tavolo c’e’ anche il nodo dei decreti legge bloccati. Il decreto Sblocca cantieri, approvato ‘salvo intese’, tornera’ domani all’esame del Consiglio dei ministri. Il Dl crescita la prossima settimana. Fonti di governo M5s sottolineano che entro il mese entrambi i decreti avranno il via libera definitivo. Questione di copertura e non solo: il rallentamento dell’iter dei decreti – al centro dell’incontro tenutosi ieri tra il presidente della Repubblica, Mattarella e il premier Conte – e’ dovuto anche alla volonta’ di inserire norme aggiuntive all’interno dei due provvedimenti. Una mossa che la Lega imputa all’alleato di governo. “Ha ragione Mattarella. Non si possono inserire norme anche sul codice sugli appalti quando se ne parlera’ piu’ avanti”, sottolinea una fonte parlamentare del Carroccio. Al momento su diversi fronti si registra un impasse anche in Parlamento. “Prima del 26 maggio e’ difficile approvare qualcosa”, osserva un ‘big’ della Lega. Poi dopo l’appuntamento delle Europee si potrebbe aprire anche il capitolo del rimpasto. Diversi dirigenti non nascondono l’eventualita’ qualora le distanze tra Lega e M5s dovessero essere rilevanti. “Se ne potra’ discutere, bisogna capire le percentuali”, osservano anche fonti di governo M5s.