Solo 5 ‘dissidenti’. Il Movimento 5 stelle regge alla prova del voto al Senato sul decreto Sicurezza bis. Nessuna frattura, nessuno strappo eclatante. Alla fine, i pentastellati che si oppongono alle nuove maximulte alle Ong e all’arresto in flagranza di reato del capitano della nave sono 5: Mantero, Fattori, La Mura, Montevecchi, Ciampolillo (anche Bogo Deledda risulta assente ma per motivi di salute). Ma i malpancisti scelgono la via piu’ indolore: no un ‘no’ palese ed esplicito alla fiducia bensi’ la non partecipazione al voto. E sara’ forse anche per tirare un sospiro di sollievo piu’ che per la condivisione totale del provvedimento, dopo giorni di tensione e timori sulla tenuta, che – a differenza di quanto accaduto nella precedente votazione alla Camera – i 5 stelle applaudono in Aula assieme agli alleati leghisti il via libera definitivo al decreto ‘bandiera’ di Matteo Salvini.
Il quale vota si’ alla fiducia, in quanto senatore, ma poi lascia il Senato prima della proclamazione finale da parte della presidente Elisabetta Casellati. Non manca, pero’, di esultare a stretto giro, via social: “Piu’ poteri alle Forze dell’Ordine, piu’ controlli ai confini, piu’ uomini per arrestare mafiosi e camorristi, e’ Legge. Ringrazio Voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria”. Il provvedimento passa con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti. Per la Lega – ma il discorso vale anche per i 5 stelle – la soddisfazione potrebbe dirsi anche doppia: nessun ‘soccorso’ esterno da parte delle altre forze di centrodestra. E’ vero che sia FdI che Forza Italia non votano contro la fiducia ma scelgono i primi di astenersi, i secondi di restare in Aula ma senza partecipare al voto in modo da non far abbassare il quorum necessario (che si attesta a quota 109, in quanto i 21 astenuti del partito di Meloni non vengono conteggiati), ma i gialloverdi di fatto con le proprie forze non raggiungono la maggioranza assoluta di 161 senatori per una manciata di voti.
Tutte le novità del dl Sicurezza bis
Andando a ‘spacchettare’ l’esito del voto, infatti, la maggioranza di governo partiva sulla carta da 165 voti. Sei le assenze tra i 5 stelle (5 dissidenti piu’ la senatrice in malattia). Due, invece, le assenze giustificate tra i leghisti. E si scende a quota 157. Dunque, il decreto sarebbe passato ugualmente e senza problemi ‘politici’ che sarebbero invece sorti qualora le assenze fossero state numerose tra le file dei pentastellati. E, invece, sono solo 3 i voti ‘esterni’ alla maggioranza M5s-Lega. Tra questi, uno in meno dei due voti dei senatori del Maie – che sin dall’avvio del governo Conte hanno votato a favore – e dei due ex pentastellati Buccarella e Martelli. Non votano i senatori a vita, tra cui Napolitano, Segre e Monti, tutti assenti. Non vota, perche’ assente l’ex premier e ex segretario Pd Matteo Renzi.
Vota si’ il ministro e senatore M5s Danilo Toninelli, finito piu’ volte nelle ultime settimane nel mirino di Salvini. Resta silente, almeno fino a oltre un’ora dopo il voto, il leader pentastellato e vicepremier, Luigi Di Maio. Chi parla, in giornata, ma sui social e non in Aula evitando di dar vita a contestazioni prima del voto e di dare il la’ a possibili momenti di tensione, sono i ‘dissidenti‘ pentastellati. Che sparano a zero sul decreto Sicurezza bis e chiedono al Movimento di smetterla di subire i “diktat e la strafottenza della Lega” (copyright di Mantero). In Aula, annunciando il voto a favore, parla invece il no Tav Alberto Airola, che cita Rino Formica: “La politica e’ sangue e merda”, e per questo votera’ a favore della fiducia, perche’ il governo non puo’ cadere.