M5s si esprime su Rousseau su sostegno a Draghi. Scontro all’ultimo clic

M5s si esprime su Rousseau su sostegno a Draghi. Scontro all’ultimo clic
11 febbraio 2021

“La nostra responsabilità nei confronti degli iscritti è quella di osservare la maggioranza”: nessuna ambiguità, per ora, nell’area del Movimento 5 stelle schierata per il no al governo Draghi e vicina ad Alessandro Di Battista, sulle possibili reazioni della minoranza interna a una vittoria del sì sulla piattaforma Rousseau. Il voto on line va rispettato, è da sempre la linea dell’ala ortodossa del M5S, che si è battuta anche in questa occasione per far passare la consultazione degli iscritti. E ora, anche di fronte a un quesito piuttosto generico ma alquanto “orientato”, non possono fare marcia indietro, anche se è aperta da giorni la discussione su un gruppo autonomo (al Senato bastano dieci persone per costituirlo, ma ci vorrebbe un simbolo presente sulla scheda elettorale: altrimenti si può solo tentare la via della componente del Misto) per concludere la legislatura all’opposizione.

“Il bello – ironizza un eletto 5 stelle fra i più convinti per il sì – è che hanno detto che Grillo ha fatto rinviare il voto per aspettare il segnale da Draghi. Sarà anche vero ma la giornata di ieri in realtà è servita a riscrivere il quesito: Davide Casaleggio aveva preparato quello per far vincere il no e Grillo ha fatto quello per far vincere il sì…”. Ma secondo lo stesso Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, “è stato Vito Crimi, in qualità di capo politico del Movimento 5 stelle, a decidere in merito al quesito da porre”. E comunque, rilancia, “qualora vincesse il no sarà necessario definire se la posizione del M5S sarà di voto negativo alla fiducia o di astensione”. Quest’ultima è proprio l’opzione che Di Battista e altri volevano fosse inserita nel quesito su Rousseau. Ma Crimi non perde tempo e replica escludendo che un successo del no lasci spazio all’astensione che potrebbe consentire in teoria la nascita dell’esecutivo Draghi: “La votazione di oggi – avverte su Facebook – sarà l’unica votazione sul governo. Se prevarrà il sì sosterremo questo governo, se prevarrà il no non lo sosterremo”.

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Lo scontro interno resta vivace: ieri sera il capogruppo al Senato Ettore Licheri ha declinato ogni commento sui 37 senatori (certamente in calo, dopo i reiterati interventi pubblici di Beppe Grillo e Luigi Di Maio) registrati a favore del no nell’assemblea notturna di domenica. E il V day dei No Draghi organizzato on line nei giorni scorsi da un attivista napoletano ha avuto tante adesioni da dover limitare gli accessi a causa delle regole della piattaforma Zoom. Perfino Grillo, quasi del tutto silente nei mesi scorsi, torna oggi a mettere in campo l’ascendente che vanta nei confronti degli attivisti, lanciando un nuovo post nel quale traccia un parallelo fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite e quelli del M5S (suggerendo evidentemente l’idea che siano assunti anche dal governo Draghi). La tensione è tanta, racconta il deputato “governista”, che mentre “di solito su questi quesiti la linea generale di noi ‘portavoce’ era quella di non esprimerci per non influenzare la base, qua adesso è guerra all’ultimo voto: e stamattina nella chat del direttivo e dei capigruppo e presidenti di commissione tutti hanno rilanciato i loro post pubblici, sollecitando gli altri alla mobilitazione: Brescia, Rizzo, perfino Fico (presidente della Camera, ndr) ha rilanciato in chat il suo post su Facebook a favore del sì”.

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