Macchina elefantiaca, ridarle volto giusto
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, torna a puntare l’indice su un tema a lui caro, che considera tra i principali freni allo sviluppo: la macchina statale e’ ”elefantiaca” e percio’ ”prima che frani definitivamente occorre ridimensionarla e ridarle un volto giusto e benevolo verso i cittadini e le imprese”. ”Le nostre istituzioni rappresentative – ha detto – sono pletoriche, inefficienti e costose. I tempi della Pa sono assurdamente lunghi”. E’ per questo che, secondo Squinzi, ”le riforme sono urgenti e necessarie”. La priorita’ e’ ”ridurre seriamente i costi di funzionamento della burocrazia, cancellando tutto cio’ che sottrae valore ed efficienza e crea una rete capillare di nepotismo e di ruoli inutili”. Infine, il leader degli industriali sullo scottante capitolo corruzione ha mostrato di non avere dubbi: chi corrompe deve uscire da Confindustria.
E non importa se lo abbia fatto perche’ costretto dalle circostanze. Quando la corruzione coinvolge il mondo dell’impresa, ”siamo noi i primi ad essere danneggiati”, ha detto Squinzi che ha osservato: ”Non ci interessa sapere se gli imprenditori che corrompono lo fanno perche’ obbligati o per vero e proprio spirito doloso. Essi non possono stare tra noi, questo deve essere chiaro”. Il problema, secondo Squinzi, e’ che quando la corruzione coinvolge il mondo dell’impresa ”non si fa che assecondare una cultura assai radicata nel Paese che vede l’imprenditore un disonesto o comunque uno che cerca di aggirare le regole. Non e’ cosi’. Noi lavoriamo nelle regole e le rispettiamo e chi non lo fa deve stare fuori da casa nostra. Noi – ha concluso – vogliamo essere un Paese efficiente e trasparente”.