Rischia di cadere nel vuoto l’appello lanciato ieri dal sindaco di Macerata e di numerosi altri esponenti di “fermare tutte le manifestazioni”. Stamani una sigla ritenuta vicina ai centri sociali ha annunciato che scendera’ in piazza, comunque, per una manifestazione anti razzista e antifascista. Poco dopo altre organizzazioni si sono accodate e hanno ugualmente respinto l’invito del sindaco. Una presa di posizione che rischia di infuocare un clima gia’ teso. La rete “Realta’ di movimento delle Marche”, conferma dunque l’intenzione di manifestare e, in un comunicato letto da alcuni rappresentanti in piazza della Liberta’, contestano l’appello del sindaco. “Le parole del ministro dell’Interno, Marco Minniti – sostengono – sono gravissime. La manifestazione e’ stata annunciata il 4 febbraio scorso. Dopo aver aderito, Cgil, Anpi, Libera e Arci hanno ritirato l’adesione, facendo circolare la notizia falsa che la manifestazione era stata annullata. Nonostante cio’, tanti attivisti di base, sezioni e circoli territoriali di queste organizzazioni hanno espresso la volonta’ di non abbandonare la piazza di Macerata e di essere, comunque, presenti”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Rete della Conoscenza, l’Unione degli Studenti e Link -coordinamento universitario che da Roma fanno annunciano che scenderanno in piazza. “La partecipazione al corteo antifascista convocato dalle realta’ territoriali per sabato 10 a Macerata, considerandolo l’unica e urgente risposta possibile all’attentato fascista di pochi giorni fa”. “Saremo a Macerata, sabato 10 – spiega Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza Rete della Conoscenza – insieme a tanti e tante da tutta Italia”. Dal centrosinistra intanto si moltiplicano gli appelli alla moderazione.[irp]
A cominciare da Matteo Renzi: “Su Macerata abbiamo detto fin dal primo giorno che la nostra posizione e’ quella di abbassare i toni, come ha giustamente evidenziato il sindaco della citta’, il nostro bravo Romano Carancini. Vedo che qualcuno continua a soffiare sul fuoco, in modo irresponsabile”. A Macerata oggi e’ arrivato Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di Leu, che ha fatto visita ai feriti e ha poi incontrato anche la madre di Pamela Mastropietro, Alessandra Verni. “E’ una donna – ha detto Grasso – forte e coraggiosa che mi ha raccontato le difficolta’ incontrate dalla figlia. Vuole giustizia non vendetta e, questo, le fa onore. Spera anche che qualcuno possa collaborare per fornire particolari utili a ricostruire completamente la vicenda”. Grasso ha poi condannato il raid contro gli immigrati compiuto da Luca Traini: “Vedere la bandiera italiana che avvolge una persona che spara indiscriminatamente contro le persone inermi, fa male. Sono qui per testimoniare la ferma volonta’ di opposizione alla violenza razzista e fascista, perche’ l’antifascismo e’ un valore fondante della nostra Repubblica e della nostra Costituzione”. Sulla possibilita’ di un “rischio fascismo” in Italia, Grasso ha risposto: “C’e’ preoccupazione per una tensione che si coglie nel Paese. Possiamo comprendere che ci sia paura, ma questa non va cavalcata. Bisogna spiegare alla popolazione che ci sono esseri umani che hanno diritto all’accoglienza e che la violenza non e’ mai giustificabile. Chi semina odio, raccoglie violenza”.[irp]
Circa il divieto della manifestazione, Grasso sottolinea: “E’ un errore pensare di mettere sullo stesso piano fascismo e antifascismo. L’antifascismo e’ un valore fondante della Repubblica italiana e della nostra Costituzione e dobbiamo difenderlo in ogni modo”. Sul fronte delle indagini, questa mattina, presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale di Macerata, sono stati eseguiti nuovi esami autoptici sui resti Pamela Mastropietro, per verificare le dichiarazioni degli indagati sulla morte della ragazza: il 29enne nigeriano Innocent Oseghale, recluso da due giorni nel carcere di Ancona con le accuse occultamento e vilipendio di cadavere ma non omicidio, come stabilito dal gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni che ha convalidato il fermo, e il pusher Lucky Desmond, anche lui nigeriano, indagato per la cessione di eroina alla diciottenne. A differenza del primo esame generale effettuato all’indomani del ritrovamento, quello di oggi – terminato alle 13 – e’ stato condotto anche sulla base delle richieste della Procura. Il pool di periti era guidato dal medico Mariano Cingolani, assistito dai colleghi Dora Mirtella e Roberto Scendoni, presenti anche gli avvocati dei due nigeriani, il tossicologo Rino Froldi e il criminologo Mauro Mazza. Le risultanze, che saranno note tra qualche settimana, potrebbero dare una svolta alle indagini e verificare le dichiarazioni contrastanti di Desmond e di Oseghale.[irp]