Madia rilancia: Statali senza contratto? Colpa dei sindacati

Madia rilancia: Statali senza contratto? Colpa dei sindacati
13 marzo 2016

di Filippo Caleri

Il governo è pronto ad aprire la trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. E ad erogare la mancetta a 3,5 milioni di pubblici dipendenti che un aumento di stipendio non lo vedono da oltre 6 anni. Sembra fatta o almeno pare. Ieri la ministra Marianna Madia, parlando alla scuola di formazione del Pd ha ribadito: “Ho sempre detto che l’andamento della crescita avrebbe aumentato le risorse a disposizione della contrattazione. Noi ora siamo pronti a riaprire la stagione contratttuale. Nella legge di stabilità abbiamo stanziato una prima somma che ci consente di riaprire la contrattazione”. E fin qui l’apertura. Ma ancora ci sarebbe un ostacolo. E la colpa è ancora una volta dei lavoratori. “ In questo momento la trattativa non è riaperta perché i sindacati si devono mettere d’accordo sulla riduzione dei comparti. Il governo – ha aggiunto – è pronto, la sua parte l’ha fatta”. E infatti come spiega a Il Tempo Maurizio Bernava Segretario Nazionale Cisl per il pubblico impiego il nodo da sciogliere, “sono le trattative che le sigle sindacali stanno portando avanti con l’Aran per ridurre i comparti di contrattazione dagli attuali 11 a solo 4: scuola, sanità, autonomie locali e ministeri”. Un lavoro che sarebbe di fatto concluso e ostacolato solo dal fatto che con la riunificazione delle grandi aree di contrattazioni bisogna ricalcolare i pesi che ogni sigla sindacale ha negli organismi di rappresentanza. “La quadra potrebbe essere trovata già la prossima settimana” aggiunge Bernava che tiene a sottolineare come l’obiettivo a cui tiene la Cisl è avviare al più presto l’opera di omogeneizzazione dei contratti e la semplificazione.

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L’auspicio di Madia è che la contrattazione sia sempre più “orientata a valorizzare la maggioranza dei dipendenti pubblici che fanno bene ogni giorno, con competenza e dedizione, e anche con dinamiche salariali contratte a causa della crisi”. Resta da definire però il fatto che le risorse a disposizione dei rinnovi sono solamente 300 milioni di euro e cioè circa 8 euro al mese per ognuno dei dipendenti pubblici. Un po’ pochino per lavoratori che hanno visto di fatto bloccato il loro stipendio all’inizio della crisi. Intanto però sempre nel campo dei lavoratori pubblici il processo di mobilità del personale delle Province e della Croce Rossa italiana compie un ulteriore passo avanti. Sul sito mobilita.gov.it sono stati pubblicati i posti disponibili presso le amministrazioni pubbliche insieme agli elenchi nominativi del personale interessato. Dai dati risulta che i posti offerti sono oltre 1.600 in più del numero dei lavoratori che avevano chiesto di essere dislocati altrove. Le 5.358 amministrazioni che hanno partecipato all’offerta di mobilità (pari al 52,2% del totale) hanno infatti messo a disposizione 3.205 posti per il personale degli enti di area vasta e 1.911 per quello della Croce Rossa italiana (in totale 5.116 posti) a fronte rispettivamente di 1.644 lavoratori delle province inclusi negli elenchi di mobilità e di 1.869 dipendenti della Croce Rossa (in totale 3.513) che hanno scelto di restare nella pubblica amministrazione. Entro il 16 marzo gli enti di area vasta e la Cri verificheranno con il personale interessato le informazioni inserite nell’elenco e comunicheranno eventuali correzioni. Dalle tabelle pubblicate sul sito, emerge che 1.589 posti sono presso i Comuni e 1.155 presso i ministeri e la Presidenza del Consiglio; 1.703 profili selezionati verrebbero ricollocati nel Lazio e 831 in Lombardia.

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