Shaima Swileh ha potuto rivedere suo figlio, un bambino di due anni in fin di vita. La donna yemenita ha finalmente ottenuto l’autorizzazione all’ingresso negli Stati Uniti. Una storia terribile che illustra l’asprezza delle regole dell’amministrazione Trump. Ali Hassan, suo marito, è cittadino americano.
“E’ un momento difficile” dice, “rispettate la nostra privacy. Siamo felici di essere insieme. Il bando sulle migrazioni ha fatto male alle famiglie yemenite”. All’origine del problema proprio il divieto di ingresso negli Usa per i cittadini in provenienza da sei paesi islamici fra cui lo Yemen. Shaima Swileh ha finalmente ottenuto una deroga per rivedere suo figlio Abdullah, anche lui cittadino americano, malato di una rara condizione cerebrale, attaccato alle macchine in un ospedale della California.
La storia ha suscitato scandalo e le pressioni di alcuni parlamentari e del consiglio delle relazioni islamico-americane. Infine l’ambasciata Usa al Cairo, dove Shaima viveva, ha concesso un visto alla donna. Il dipartimento di Stato aveva espresso la sua comprensione per quello che aveva definito “un caso molto triste” aggiungendo però che i visti vengono decisi caso per caso per tutelare la sicurezza delle frontiere americane.