Mafia Capitale, indagato in Sicilia sottosegretario Ncd. Castiglione: “Nessun avviso di garanzia”. Cantone: “Preoccupazione coinvolgimento politica”

AFFARI & POLITICA L’esponente del partito di Alfano è tra i sei inquisiti dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta per turbativa d’asta per l’appalto della gestione Cara di Mineo VIDEO

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raffaele_cantone_1Dopo la raffica di arresti di ieri, le indagini della magistratura sugli appalti relativi alla gestione degli immigrati finiscono col coinvolgere anche il governo. Il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Ncd) (foto home) è tra i sei indagati dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta per turbativa d’asta relativa all’appalto per la gestione del Cara di Mineo. L’indagine sull’esponente di Ncd è in relazione con la perquisizione effettuata dai carabinieri negli uffici comunali di Mineo, nel corso della quale sono stati acquisiti i computer e i supporti digitali negli uffici in uso diretto e indiretto del sindaco. I controlli erano finalizzati “a verificare se gli appalti per la gestione del Cara siano stati strutturati dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa catanese Sisifo, così come emerso anche nelle indagini della Procura di Roma, con la quale è costante il coordinamento delle indagini”.

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Contattato telefonicamente, Castiglione ha commentato: “E’ assurdo, per la seconda volta in 6 mesi apprendo dalla stampa di un mio coinvolgimento come indagato nella vicenda del Cara di Mineo. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia – ha osservato l’esponente di Ncd -. Nei giorni scorsi avevo formalmente richiesto alle Procure di Caltagirone e Catania notizie riguardo un mio coinvolgimento nell’inchiesta, e ufficialmente mi è stato detto di non essere sotto indagine”. Intanto a Roma un nuovo avviso di garanzia ha raggiunto Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dimessosi tre mesi fa perché coinvolto in un’inchiesta dei pm capitolini relativo a una gara d’appalto nella Regione.

Nell’elenco dei soggetti destinatari di avvisi di garanzia risultano anche Marco Visconti, ex assessore all’Ambiente della giunta di Gianni Alemanno; Calogero Salvatore Nucera ex capo segreteria di Francesco D’Ausilio quando era capogruppo Pd in consiglio comunale a Roma; Patrizia Cologgi, ex capo del dipartimento della Protezione civile capitolina. Oltre a Visconti, Venafro, Nucera e Cologgi, hanno ricevuto un avviso di garanzia e sono stati oggetti di perquisizione da parte dei carabinieri del Ros su mandato della Procura di Roma Fabrizio Amore, Gabriella Errico, Ettore Lara, Clelia Logorelli, Maurizio Marotta, Antonio Pulcini, Mirella Di Giovine, Silvio Praio. Oltre a questi nuovi dodici destinatari di avvisi di garanzia e sottoposti a perquisizione dai carabinieri, gli stessi militari del Ros ieri hanno condotto perquisizioni a Roma nella Sooc Coop Edilizia Deposito Locomotive Roma San Lorenzo, Abitus, la Coop di lavoro La Cascina, La casa della solidarietà, il consorzio Gruppo La Cascina, Domus Caritatis, l’Oliveto Import-Export, La Cascina Global Service e Segni di qualità.

Sul Cara di Mineo “siamo al paradosso che ci sono gli arresti e l’appalto è ancora in corso”. E’ quanto rileva il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone (foto) intervistato dal Gr3. L’Anticorruzione ha da mesi acceso un faro sul Cara di Mineo, che “a noi era apparso immediatamente un abito su misura”, dice Cantone. “Abbiamo evidenziato – spiega – una serie di gravi irregolarità di quell’appalto. Qui ognuno deve fare la sua parte”, è l’appello. “Il livello vero della preoccupazione è il clamoroso coinvolgimento di pezzi dell’amministrazione pubblica, soprattutto politica”. Quanto all’inchiesta Mafia Capitale e alle richieste di commissariare il Comune, “è in corso un’attività ispettiva che deve ovviamente dimostrare una serie di cose. Spetterà al prefetto di Roma capire qual è la situazione. Bisogna vedere dove è arrivato il livello di infiltrazione, non dimentichiamo che lo scioglimento del consiglio comunale non è legato ai fatti corruttivi in sé, deve dimostrare l’esistenza di fatti di infiltrazione mafiosa. Gran parte delle vicende si sono verificate prima dell’arrivo di questa giunta, anche se alcune propaggini hanno riguardato l’attuale, quantomeno, consiliatura, non l’amministrazione”.