Mafia, caso Saguto: Riesame Caltanissetta conferma sequestro beni

Il Tribunale del Riesame di Caltanissetta ha respinto il ricorso della difesa e confermato il sequestro dei beni a carico dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione di Palermo Silvana Saguto. Il 3 novembre il Gip Maria Carmela Giannazzo aveva convalidato, su richiesta della Procura, il provvedimento che riguarda oltre il magistrato palermitano altri sei indagati tra togati e amministratori giudiziari. Un sequestro da 900 mila euro. Rispondono di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio, in relazione all’anomala gestione dei beni sottratti alla mafia.

L’inchiesta e’ condotta dal procuratore Amedeo Bertone e dai sostituti Cristina Lucchini, Lia Sava e Gabriele Paci. Il provvedimento era stato disposto in via d’urgenza il 20 ottobre “per il pericolo concreto e attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati”. Venti complessivamente gli indagati nell’inchiesta nissena. Secondo l’accusa, “legati a vincoli associativi”, sfruttando le loro qualifiche e i ruoli ricoperti nell’ambito di procedure di prevenzione, “erano riusciti a strutturare l’attivita’ della Sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro secondo modelli organizzativi criminosi, e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri familistici e clientelari”. Come descritto da un amministratore giudiziario – persona lesa del delitto di concussione, Silvana Saguto “intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano”, secondo un modulo “a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei”, rapporti che la vedevano al centro, e da cui si dipartivano “petali” e “raggi”, non comunicanti tra loro, rappresentati da professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti, “dai quali traeva vantaggi e utilita’ di varia natura”.