E’ stato confiscato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani il patrimonio dell’imprenditore Vito Tarantolo, ritenuto contiguo a Cosa Nostra. Il provvedimento colpisce beni per circa 20 milioni di euro ed è stato emesso al termine del procedimento avviato nel 2012 con il sequestro. L’indagine patrimoniale, condotta dalla divisione anticrimine della questura di Trapani e dalla Guardia di finanza, ha riguardato l’attività dell’imprenditore che, nonostante il suo arresto nel 1998 nell’ambito dell’operazione “Rino 2”, sarebbe rimasto “in contatto con i diversi capisaldi dell’organizzazione mafiosa trapanese e palermitana, da Francesco Pace, capo mafia trapanese succeduto a Virga, a Matteo Messina Denaro sino ai Lo Piccolo”.