Mafia, sorelle Napoli: “Basta accuse, noi ‘amiche degli sbirri'”
“In questi giorni assistiamo a un stillicidio di veline, documenti e anonimi volti a delegittimare le mie assistite attraverso documenti parziali riguardanti il padre. A Mezzojuso si respira un clima di tensione come, o peggio, che negli anni Sessanta. Le sorelle Napoli hanno denunciato e anziche’ ricevere solidarieta’ vengono isolate e delegittimate. Per questo procederemo a presentare una querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti di due soggetti, tra cui un ex alto ufficiale dei carabinieri”.
Lo annuncia l’avvocato Giorgio Bisagna, legale delle sorelle Irene, Ina e Marianna Napoli, imprenditrici agricole di Mezzojuso, che, dopo avere denunciato le pressioni mafiose, sono finite sotto le luci della ribalta nazionale attraverso trasmissioni tv. “Siamo amareggiate – dicono Ina e Irene – soprattutto perche’ si tira in ballo mio padre, morto da tanti anni, su cui continuano a uscire informazioni parziali e distorte. La nostra ‘nciuri’a (soprannome) e’ di essere ‘le amiche degli sbirri’. Che per noi e’ un complimento, ma la gente di Mezzojuso si gira e non ci saluta”.[irp]
L’avvocato Bisagna fa presente che il padre delle sorelle Napoli (Salvatore, ndr) e’ stato oggetto di indagini negli anni Sessanta/Settanta per “reati gravissimi: come estorsioni, falsi, frequentazioni con mafiosi. Ma erano tutti basati su denunce ed esposti anomimi per cui – aggiunge Bisagna – nel 1974 e’ stato condannato per calunnia un soggetto considerato l’autore degli anonimi. Mentre il padre delle sorelle Napoli ha ricevuto anche un risarcimento. Stupisce che nel 2002 il Ros abbia ancora scritto una informativa su Salvatore Napoli non tenendo conto di questa sentenza”. Le sorelle Napoli hanno subito numerosi avvertimenti intimidatori, con bovini che pascolano nei loro terreni, recinzioni tagliate, cani uccisi. L’ultimo episodio e’ stato denunciato pochi giorni fa. Ieri il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, ha assicurato massimo sostegno e che le donne saranno ascoltate dall’organismo parlamentare.