Maggioranza nel caos, le tre grane su percorso Finanziaria

Le opposizioni all’attacco: “Parlamento in ostaggio”. Musumeci in affanno

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Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci

Sono tre le norme del ‘collegato’ alla Finanziaria che non fanno dormire sonni tranquilli al presidente della Commissione Bilancio dell’Ars Riccardo Savona (FI), che si appresta a far entrare i commissari nel vivo dei lavori dei documenti finanziari della Regione, con la preoccupazione che il clima politico di forte scontro e l’assenza di una maggioranza comprometta l’ok alla legge di stabilita’, al bilancio e ai collegati e con l’ipotesi ormai quasi certa che occorra un altro mese di esercizio provvisorio. Per Savona “ci sono tre norme all’interno dei collegati presentati all’Ars dal governo che appesantiscono il bilancio tanto da ingessarlo completamente”: la prima e’ l’articolo 2 che prevede la costruzione di un Centro Direzionale della Regione siciliana in via Ugo La Malfa, nell’area attualmente occupata dagli edifici gia’ sede dell’Ente Minerario dove dovrebbero trasferirsi gli uffici degli assessorati regionali, dei Dipartimenti regionali e degli uffici periferici che hanno sede istituzionale a Palermo.[irp]

“Tra le opere di viabilita’ e la realizzazione del Centro le risorse impiegate sarebbero circa 300 milioni”, dice Savona. Un’altra norma capestro, che caricherebbe di ingenti somme il bilancio regionale Regione e’ l’articolo 6 che da incarico alla Regione di agevolare la situazione finanziaria delle Citta’ metropolitane e dei Liberi consorzi comunali subentrando mediante procedura di accollo nei mutui contratti dagli enti locali mediante rinegoziazione o con una rimodulazione dei debiti, secondo un piano approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore per l’Economia. Per il presidente della commissione bilancio “la Regione andrebbe a caricarsi in trent’anni di circa 500 milioni in piu’ di debiti che peserebbero sui siciliani per 14 milioni circa l’anno. Un peso enorme se si considerano le condizioni gia’ precarie dell’Ente. Dobbiamo aiutare i comuni e le province a rinegoziare i debiti – ha osservato – ma non possiamo prevedere una ristrutturazione a carico della Regione”. La terza norma contabile del collegato contro cui Savona ha puntato il dito e’ l’articolo 7 sulla valorizzazione delle aziende ospedaliere. “L’operazione costerebbe un milione dal fondo sanitario – ha commentato Savona – ma poi che ricavato se ne potra’ trarre?

E’ un fatto che prosegua la paralisi all’Ars dopo che la conferenza dei capigruppo, che avrebbe dovuto riunirsi ieri alle 16, ha rinviato tutto di 24 ore in attesa che il governo presenti le parti mancanti del collegato alla Finanziaria. In commissione bilancio martedì e’ arrivato il primo testo del collegato, ieri altri due, ma in tutto i documenti sono quattro, manca dunque l’ultimo pezzo per partire con l’esame di bilancio, legge di stabilita e i collegati. Da quanto afferma il presidente della seconda commissione Riccardo Savona i testi arrivati ieri pero’ “non sono ancora completi, mancano le tabelle, le relazioni e numerose carte”. Gennaio non bastera’: “I collegati andranno nelle commissioni di merito e dovranno poi ritornare, ci vorra’ tempo. Invito – afferma Savona – le forze politiche al buon senso, a non caricare di norme ordinamentali i testi finanziari e di procedere con il giusto equilibrio, facendo anche in modo che nelle commissioni si svolga un lavoro di sintesi che non venga poi stravolto in Aula”.[irp]

Savona non ha pero’ trascurato il nodo politico: “Sarebbe proficuo che il presidente dell’Ars e il presidente della Regione si incontrassero”. “La paralisi del governo Musumeci e le divisioni della sua maggioranza hanno portato l’Ars a una impasse totale: dopo il rinvio di commissioni ed aula, adesso siamo arrivati al punto da non poter neppure riunire la conferenza dei capigruppo”, tuona dice Giuseppe Lupo, capogruppo Pd all’Ars, “non e’ immaginabile tenere in ostaggio il Parlamento in attesa che la maggioranza raggiunga l’intesa politica sulla manovra economica, mentre c’e’ una intera regione che aspetta risposte a problemi sempre piu’ urgenti. Se i ddl collegati non arriveranno all’Ars entro domani (oggi, ndr) – aggiunge – il presidente Micciche’ ne prenda atto e consenta al Parlamento di proseguire l’esame dei disegni di legge di Stabilita’ e di Bilancio”. “Auspichiamo che domani (oggi, ndr) la conferenza dei capigruppo stabilisca un calendario dei lavori e che il bilancio e la legge finanziaria vengano approvati entro il 31 gennaio, come non accade da ben dieci anni”, esorta un fedelissimo di Musumeci, Alessandro Arico’, capogruppo di Diventera’ Bellissima.