“Presentata il 13 dicembre 2022” e respinta “il 21 dicembre 2023”. Dopo oltre un anno dal deposito in commissione Affari esteri della Camera, la ratifica del Mes (chiesta in due ddl di Pd e Iv) è stata bocciata (unico Paese in Europa). Un anno in cui governo e maggioranza, di fronte alle divergenze interne al centrodestra, hanno buttato la palla avanti ogni volta che si avvicinava il momento di prendere una posizione univoca, tra richieste di chiarimenti al Mef e rinvii spiegati dalla Premier Giorgia Meloni con la logica del ‘pacchetto’ (legandone cioè la ratifica o meno sul Mes alla riforma del patto di stabilità in Ue avvenuta ieri).
Una frattura che plasticamente si è riproposta quando dopo mesi di slittamenti, si è arrivati al dunque con il voto di oggi. L’aula della Camera ha bocciato la proposta di ratifica del Mes con 72 voti a favore e 184 contrari. Gli astenuti sono stati 44. Contrari alla ratifica Fdi e Lega; mentre Fi e Nm si sono astenuti. Favorevoli le opposizioni tranne M5S che ha espresso voto contrario. Pochi minuti dopo è Matteo Salvini a intestarsi la bocciatura sul Mes. “Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”, scrive sul suo profilo Instagram.
Nessun commento, per ora dalla Premier Giorgia Meloni che invece preferisce far parlare fonti di Palazzo Chigi: “il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell`Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes” e aggiungono le fonti: “la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l`occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all`intera Eurozona”. Qualche giorno fa in un’intervista, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e leader di Forza Italia, invece aveva evidenziato alcune criticità ma aveva anche ribadito il suo ‘sì’ alla ratifica (“la verità è che ciò di cui stiamo parlando è un estintore: nessuno si augura venga usato, ma se c`è un incendio meglio averlo in casa che non averlo”).
Lo scontro con le opposizioni in aula si è fatto feroce. Sino a chiedere la ‘testa’ del ministro dell’Economia ed esponente della Lega, Giancarlo Giorgetti. La Premier “Giorgia Meloni ha mentito al Parlamento – ha esordito il presidente M5S Giuseppe Conte – solo oggi decidete sul Mes e vi assumete le vostre responsabilità. Diteci con tutte le vostre costruzioni” sullo scambio tra Mes e patto di stabilità “cosa avete ottenuto. Dovevate dire che la pacchia era finita e siete tornati con un patto di instabilità e decrescita” che “sarà un disastro, torneremo peggio dell’Austerity, lacrime e sangue, tagli al sociale grazie al vostro patriottismo. Pensate che gli italiani sono stupidi? Siete dissociati – ha attaccato – nelle vostre feste di Atreju siete dei leoni” mentre “in Europa fate i docili agnellini”.
Il Pd mette il dito nella piaga di una “maggioranza spaccata” e parla di “dilettanti allo sbaraglio”. “Colleghi di Fdi – ha detto l’ex ministro Enzo Amendola – vi sfido a parlare di interesse nazionale. Il ricatto di dire ‘non ratificheremo il Mes perché facciamo il Patto di Stabilità’ si è svelato ieri. Allora vuol dire che il compromesso sul patto di stabilità non vi è piaciuto perché se oggi non si ratifica il Mes voi ci state dicendo che il patto firmato ieri è contro l’Italia”. E poi su Giorgetti: “un ministro come quello dell’Economia, sbugiardato da quest’aula, sbeffeggiato dal suo leader di partito e dal suo partito, quello che all’Ecofin ha detto ‘noi ratificheremo il Mes’, dinanzi a questo voto dovrebbe trarre le conseguenze perché si può essere realisti, difensori dell’interesse nazionale ma la parola in Europa è una, non è una qui e una in Europa. Se si dice ‘no’ si dice ‘no’ qui come in Europa”.
Il segretario di Iv ed ex Premier Matteo Renzi ironizza sulla sofferta scelta di Fi: “l’europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale”. “Dopo la dèbacle europea sul Patto di stabilità, arriva la ridicola e autolesionista rappresaglia della maggioranza contro l`Europa sul Mes, che oggi verrà bocciato dall`Italia, unico Paese europeo a non averlo ratificato. Un atteggiamento infantile e ricattatorio che non si addice a un Paese fondatore dell`Europa, membro del G7”, fa notare il segretario di +Europa, Riccardo Magi. “Oggi la maggioranza si spacca sul Mes e così il Campo largo. È la testimonianza che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce”, scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.