Il rapporto politico (e personale) tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sembra essere sempre più in bilico, nonostante le continue rassicurazioni (per la verità un po’ rallentate in queste ultime ore) su un governo solido e compatto e con l’obiettivo di portare a termine la legislatura. Quella di oggi è stata una giornata piena di comizi, con il leader della Lega fra Liguria e Piemonte e il capo politico di M5S in Puglia. Il “mi aspetto lealtà sulla legge sul conflitto di interessi” rilanciato da Di Maio ha come risposta il “certo, ma se continuate ad insultarmi…” di Salvini. Una strada, quella seguita ormai quotidianamente dai due leader – sempre più avversari e meno alleati – che sicuramente verrà percorsa forse con un progressivo aumento di “curve” fino al 26 maggio, data delle elezioni europee. Per poi il giorno dopo, noto il risultato delle urne, cercare di capire se continuare a percorrerla insieme o separarsi.
È il tanto citato contratto, l’agenda del governo che ormai non sembra più essere il collante tra Lega e Movimento 5 Stelle. Le due formazioni appaiono lontane su tutto, dal conflitto di interesse al decreto sicurezza bis per arrivare alle autonomie, passando per la flat tax. Ma sono divisi, nei termini utilizzati anche sulla festa della mamma. A Di Maio che su Facebook fa gli auguri alle mamme ribadendo la destinazione del miliardo “risparmiato” con il reddito di cittadinanza a sostegno delle famiglie con figli fa subito eco Salvini, che manda gli “auguri a tutte le mamme, ma non alle ‘genitrici 2′”. Ecco il tema sul quale Di Maio batte da giorni, il conflitto di interessi: “Mi aspetto lealtà al contratto. La legge è nel contratto e si deve fare”. Per Salvini è invece “urgente portare giustizia, sicurezza e disciplina nel Paese”. E rilancia l’ormai consueta contestazione all’immobilismo dei grillini sugli interventi da compiere: “Sul dl sicurezza bis qualcuno dei Cinque stelle ha detto che non serve. Se hanno proposte in più ben venga, ma non sono accettabili i no da colleghi di governo senza una motivazione”.
Di Maio replica secco: “Sto ancora aspettando le proposte scritte della Lega”. Ma ecco le parole forse della giornata (con annessa chiamata alle armi) di Salvini. Le prossime consultazioni europee, sostiene, “non saranno elezioni ma un referendum tra la vita e la morte, tra il futuro e il passato”. Se domenica “non andiamo a votare ai nostri figli lasceremo uno stato islamico fondato sulla precarietà e sulla paura e io non voglio ragazzi e ragazze che crescano con la precarietà e la paura nel cuore e nella testa”. Anche qui non si fa attendere la replica pungente di Di Maio: “L’ultimo che ha parlato di referendum è stato Renzi e non gli è andata bene…”. Insomma, alle europee gli italiani “dovranno scegliere tra chi si vuole tenere gli indagati per corruzione nelle istituzioni (chiaro il riferimento al sottosegretario leghista Siri – ndr) e chi no. Chi abbassa le tasse nei comizi e chi invece lo fa davvero. Chi aiuta le persone con il salario minimo e chi non lo vuole fare. Chi dice che la donna deve stare chiusa in casa a fare più figli”.
E ancora salario minimo, flat tax, decreto sicurezza bis (“Non accetto i no, punto” dice Salvini. E Di Maio: “Lavoriamoci insieme, mettiamoci i soldi”), porti aperti, ecc. Insomma, chiarisce Salvini, io “sono pronto a votare tutto quello che c’è nel contratto. Ma le emergenze sono altre, altre sono le priorità”, e annuncia che al prossimo Cdm “porterò sul tavolo autonomia, abbassamento delle tasse e sicurezza. Mi aspetto che i 5 stelle mantengano la parola”. E poi avverte: “I rapporti di forza cambiano se non si rispetta il contratto. Io ho firmato un contratto e voglio andare avanti coi 5 stelle, la mia parola vale, basta che gli alleati non mi insultino ogni giorno, perché se ti insultano ogni giorno…”.