Di Maio: “Abbiamo perso 30 parlamentari, non ci facciamo fregare più”. La due giorni romana di Grillo

Vicepresidente della Camera: “Genova? Ci proteggiamo da approfittatori”. Divergenze tra il comico e Di Battista

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Si è conclusa la due giorni romana di Beppe Grillo, forse la più silenziosa della sua storia ormai pluriennale di capo del principale partito di opposizione. Alle prese con il discusso caso Genova, dove ha annullato la scelta degli iscritti per il candidato sindaco “tagliando” Marika Cassimatis e imponendo il perdente della comunarie Luca Pirondini, si è limitato a ribadire il suo potere di garante indicando la porta a chi non lo accetta. In mattinata il leader del Movimento 5 stelle ha ricevuto in albergo Alessandro Di Battista, nei giorni scorsi descritto fra i più delusi per la decisione genovese (ma lui aveva già smentito). “Non c’era nulla da chiarire” con Grillo, ha detto ai cronisti il popolare deputato stellato, che ha poi attaccato, secondo uno schema piuttosto consolidato, i giornalisti: “Tutte queste telecamere in un paese normale dovrebbero stare davanti al tribunale di Roma a capire il sistema Pd-corruzione-Buzzi”.

E’ toccato a Luigi Di Maio, il volto “di governo” del Movimento, spiegare a diMartedì su La7 la nuova stretta sulla vita interna: “Impariamo tantissimo dagli errori che facciamo. Abbiamo perso 30 parlamentari che sono passati al Misto, non ci facciamo fregare più. Siccome il nostro sistema è aperto, dobbiamo proteggerlo dagli approfittatori, altrimenti diventiamo il Bengodi e rischiamo di deludere gli elettori”. Insomma, nuovi interventi dall’alto e nuove espulsioni sono prevedibili, in vista delle politiche. Matteo Renzi ha provato a ironizzare, nella sua newsletter, sulla democrazia interna del M5S: “E’ un sistema fantastico, quello di Grillo. Sostanzialmente lui dice: noi amiamo la democrazia. Amiamo talmente tanto la democrazia che se vince quello che piace a noi bene, se vince quello che a noi non piace si rivota un’altra volta espellendo il candidato sgradito”. Ma i sondaggi indicano una apparente indifferenza dell’elettorato alle tensioni interne alla creatura di Grillo: secondo una rilevazione Ipsos pubblicata in giornata dal Corriere della sera il M5s è al suo dato più alto: il 32,3%, in aumento di 1,4% rispetto al mese precedente. Mentre il Pd è al 26,8%, in flessione di oltre 3 punti. Seguono Lega (12,8%) e Forza Italia (12,7%).