Politica

Di Maio si blinda e accelera su facilitatori, M5s no virate a sinistra

Racconta un fedelissimo di Luigi Di Maio alla Camera che il Pd sarebbe sempre in pressing piu’ su Beppe Grillo che sugli esponenti di primo piano – qualcuno, tra gli altri, fa il nome del sindaco di Milano Beppe Sala – affinche’ intervenga in modo da spingere i pentastellati ad un asse piu’ strutturato con i dem. Stamattina dal Nazareno si e’ ribadito in ogni caso che non c’e’ alcuna ‘invasione di campo’, che Nicola Zingaretti non ha mai espresso giudizi sulla leadership M5s. Grillo domani dovrebbe essere a Roma per cercare di portare avanti una mediazione e ‘pacificare’ il Movimento ma, spiegano le stesse fonti, Di Maio gia’ sarebbe stato chiaro: nessuna virata a sinistra, il Movimento va avanti per la sua strada.

Anzi qualora Grillo dovesse premere per un input del genere, il capo politico M5s, e con lui c’e’ chi giura Di Battista, si opporrebbe. Dietro l’angolo c’e’ lo spauracchio di una spaccatura sempre piu’ forte, non solo riguardo il tema delle Regionali e della gestione interna, ma anche dal punto di vista del futuro politico del Movimento. Per quanto riguarda le critiche mosse sul voto su Rousseau Di Maio e’ stato netto: “Spaccatura? Da dieci anni si parla di spaccatura quando votiamo online…”. E sulle voci che vogliono il ministro degli Esteri intenzionato ad andare alle elezioni spiega che queste indiscrezioni vengono alimentate da chi vuole spaccare la maggioranza e il Movimento al suo interno.

Di Maio chiude all’eventualita’ di una segreteria allargata ma confida che tra venti giorni quando arriveranno i ‘facilitatori’ le polemiche si calmeranno, magari esponenti della vecchia guardia come Taverna e Ruocco potranno ricoprire ruoli di primo piano. Ma al di la’ dei ‘desiderata’ resta la fibrillazione nei gruppi parlamentari, con le spinte che arrivano da piu’ parti – diversi ‘big’ sostengono sotto traccia anche da parte del premier Conte – affinche’ ci sia una saldatura in prospettiva tra Pd e M5s. Il capo politico M5s pero’ mantiene il punto e, pur smentendo voci di un possibile ritorno con Salvini, non vuole cambiamenti di rotta. A partire dallo ius soli e anche riguardo le modifiche ai dl sicurezza e’ disponibile solo ad accogliere i rilievi del Capo dello Stato.

Sulla stessa lunghezza d’onda, in realta’, c’e’ pure una parte del Pd che prima del 26 gennaio vorrebbe che il Parlamento si concentrasse solo sulla legge di bilancio e non su temi ‘sensibili’ che possano inficiare il voto in Emilia. “La verita’ – dice un altro esponente vicino a Di Maio – che molti hanno paura delle urne e della regola del secondo mandato”. Di Maio in ogni caso non vuole alimentare le polemiche sorte dopo la decisione del Movimento di rivolgersi agli iscritti sulle regionali, convinto – sottolinea un ‘big’ M5s – che l’effetto sarebbe solo quello di distruggere il Movimento. Cinquecento firme per presentare un proprio candidato in Emilia? “Il voto di Rousseau sara’ vincolante”. Ed ancora: “Sicuramente il Movimento e’ in un momento difficolta’ e lo ammetto prima di tutto io”.

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redazione