di Barbara Acquaviti
La linea “viva Tsipras”, però, è andata di traverso a molti parlamentari che fanno davvero fatica a identificarsi con il leader di un partito di estrema sinistra. Non è un caso, tuttavia, che a uscire per primo allo scoperto sia stato proprio Antonio Tajani, primissima fila di Forza Italia in Europa. Perché a Bruxelles, e tra i colleghi del Ppe, una posizione di quel tipo era stata percepita come ostile e degna di chiarimento. “Io sto dalla parte di chi cerca l’accordo e, davanti al dramma della Grecia, agisce in modo responsabile. Certo non preferisco Tsipras”, dice Tajani a La Stampa, in un’intervista di cui Silvio Berlusconi era stato preavvisato. Nella lettera al “Giornale”, il Cavaliere si esprime in modalità “statista”. “L’Europa – spiega – non può permettersi di perdere la Grecia per ovvie considerazioni storiche e geo-politiche, ma anche per una ragione di fondo: perdere la Grecia significa accettare l’idea che l’integrazione europea è reversibile, che dall’Europa si entra e si esce, che non siamo una comunità di popoli ma un club al quale accedere o da cui recedere, secondo le contingenze”.
D’altra parte, ufficialmente, mai e poi mai il Cavaliere potrebbe prendere le distanze dal Ppe. Eppure fino a un certo punto una qualche ambiguità è tornata utile: gli attriti passati con la Merkel sono noti e in più la sensazione di Berlusconi è quella di trovarsi di fronte a una situazione molto simile a quella che nel 2012 costrinse lui, su pressione degli euroburocrati, a lasciare il governo. E poi c’è il rapporto con Putin, che è andato a trovare proprio lo scorso fine settimana, che guarda con favore a Tsipras. Ma, come sottolinea Tajani, “per Forza Italia non c’è altra collocazione possibile” se non nel Ppe perché è “l’unica che corrisponda ai nostri valori: economia sociale di mercato, tutela della famiglia, lotta al terrorismo, difesa dell’Occidente”.