Poi avrebbe iniziato a distruggere mobili e suppelletili a colpi di bastone e con una sorta di piccone. Alle 23.20 circa, diversi condomini hanno chiamato il numero di emergenza 112 per segnalare che una loro vicina stava gettando dalla finestra pezzi di legno, vestiti e tutto quello che trovava in casa gridando frasi senza senso. Inizialmente sul posto è intervenuta una sola Volante ma quando la pattuglia ha capito che la situazione era fuori controllo, la Questura ha inviato altre cinque macchine, tra cui una cosiddetta Volante “anziana”, cioé costituita da agenti di grande esperienza. In cortile hanno trovato il marito della donna, stravolto, spaventato, disorientato che non si capacitava di quanto stesse succedendo, mentre la moglie affacciata alla finestra continuava ad urlare frasi sconnesse in arabo e in italiano e a lanciare in cortile pezzi di mobilio. Gli agenti erano quindi entrati furtivamente nell’appartamento con il mazzo di chiavi del marito ma la donna si era barricata in camera da letto accatastando davanti alla porta la rete del letto e un pesante mobile.
Dalla serratura gli agenti hanno visto le bambine rannicchiate sotto il termosifone che piangevano disperate e con la più grande che stringeva a sé la sorellina mentre la madre, incurante di tutto, era in preda al suo delirio. Una volta gonfiato il “materasso” in cortile e schierati i vigili del fuoco nell’appartamento sottostante, è stata decisa l’irruzione nella stanza. I pompieri hanno quindi aperto a calci la porta e mentre stavano cercando di spostare i mobili per far entrare i poliziotti, la donna ha afferrato la bimba più piccola e l’ha buttata dalla finestra e poi ha fatto lo stesso con la maggiore, finendo poi bloccata dai vigili e dagli agenti mentre cercava di gettarsi nel vuoto anche lei. Quando sono riusciti a immobilizzarla a forza mancavano pochi minuti all’1 di questa mattina, circa 90 minuti dopo l’inizio del delirio. Mentre il padre accompagnava in ambulanza le bambine al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo per un controllo, la donna veniva condotta all’Unità operativa complessa di psichiatria del San Carlo in trattamento sanitario obbligatorio (Tso) e agli arresti domiciliari. Le bimbe sono state affidate al padre.