Mamme domani: sempre più donne scelgono il “social freezing”

17 settembre 2021

Motivi di lavoro o sociali rendono sempre più difficile diventare mamma in giovane età. Ecco perchè anche fra le donne italiane, così come già accade da tempo in altri Paesi, inizia a diffondersi la cultura della preservazione della fertilità. Lo dicono i numeri delle richieste di “social freezing”, la tecnica di congelamento degli ovociti, in questo caso per motivi non medici, raddoppiate nella primavera 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Spiega Filippo Maria Ubaldi, ginecologo, direttore scientifico dei centri di medicina della riproduzione GeneraLife e componente del tavolo tecnico per la ricerca e formazione nella prevenzione e cura dell’infertilità del Ministero della Salute: “Più si è giovani più è alta la probabilità di ottenere una gravidanza, più aumenta l’età della donna più cresce la probabilità di rimanere senza figli. La prima cosa da fare è cercare di avere figli il prima possibile, è la prima cosa da spiegare alle nuove generazioni di donne. Se questo non è possibile, invece che aspettare e arrivare a 40 anni, quando poi diventa tutto più difficile e l’unica soluzione, se non si riesce a ottenere una gravidanza, è quella di far ricorso all’ovodonazione, spiegare che si possono mettere da parte le proprie uova nel momento in cui le condizioni anagrafiche offrono una qualità degli ovociti di ottimo livello”.

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La tecnica è nata per salvaguardare la salute riproduttiva delle pazienti oncologiche, che vanno incontro a terapie che possono compromettere irreversibilmente la possibilità di avere un bambino, ma si sta rivelando un’opzione valida anche per tutte coloro che devono rimandare il momento in cui cercare un figlio, ad esempio, per la mancanza di un partner o di un lavoro stabile. Nei 7 centri GeneraLife in Italia, i trattamenti per la preservazione della fertilità sono addirittura raddoppiati nei mesi di aprile, maggio e giugno, in primavera, quando le condizioni sono ottimali, prima delle vacanze estive. “Questa procedura è estremamente diffusa negli Stati Uniti che stanno in genere 5 anni avanti rispetto all’Europa, quindi ci aspettiamo che entro 5 anni un aumento anche in Italia delle richieste, per cercare, cioè, di bloccare l’età anagrafica delle donne”.

A monte, però, la parola d’ordine rimane prevenzione, perché, spiega il professore, della propria fertilità si deve aver cura sin da giovanissime: “Bisogna avere stili di vita adeguati, non eccedere nel fumo e nell’alcol, un’alimentazione corretta, non eccedere nella promiscuità sessuale: basti pensare che una delle più importanti cause di infertilità tubarica è rappresentata da infezione da clamidia che si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti”.

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