Alla fine di settembre del 2017 le donne saudite hanno finalmente ottenuto il diritto di guidare: per molte di loro è un sogno diventato realtà, ma per Manal al-Sharif è molto di più: è la vittoria nella battaglia di una vita. Manal, che ora vive a Sidney, nel 2011 andò in prigione per nove giorni per aver guidato senza essere accompagnata da un uomo. Ora presenta alla fiera del libro di Francoforte “Daring to Drive” (“Osare guidare”), il libro in cui racconta la sua storia. “Avevo una macchina, ero una madre sola, avevo un bambino. Avevo una patente, ma non potevo guidare la mia macchina, quindi ogni giorno era una lotta per me, senza un uomo nella mia vita. L’unico familiare che avevo era mio fratello, ma era sempre fuori intere settimane per lavoro. Quindi chiedevo a ogni uomo nel mio ufficio, ogni uomo che conoscevo per avere passaggi e lasciare il condominio dove vivevo”. “Un giorno c’è mancato poco che mi rapissero per questo, e quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era battaglia personale, non aveva nulla a che fare con idee rivoluzionarie o la volontà di violare la legge. Era che mi sentivo impotente”. Nel libro Manal ha raccontato la sua vita di discriminazioni come donna saudita, fino all’esperienza del carcere che l’ha spinta a diventare un’attivista per i diritti delle donne del regno ultraconservatore del Golfo. E il giorno in cui potrà finalmente guidare legalmente in Arabia Saudita, cosa proverà? “Sarà la cosa più liberatoria della mia vita, soprattutto per me che sono stata mandata in prigione per aver guidato. Quel giorno sarà il giorno del mio riscatto, sarà per me una festa: quel giorno guiderò con mio figlio”.