Manconi: tanti per mia candidatura, deroga non mi riguarda

Politica, società civile e intellettuali si mobilano con una raccolta firme da presentare al Pd

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Dai diritti di chi e’ dietro le sbarre a quelli dei migranti, dallo Ius Soli al testamento biologico. Il senatore Luigi Manconi e’ stato protagonista, dentro e fuori il Parlamento, di decine di battaglie, alcune vinte e altre ancora da vincere. Ma la sua ricandidatura, dopo aver seduto nell’Aula di Palazzo Madama nella XVII legislatura appena conclusa, e’ in bilico. Per questa ragione personalita’ del mondo della politica, del cinema, della musica e della societa’ civile si sono mobilitate con una raccolta firme da presentare ai vertici del Partito Democratico. “Sento tanto affetto, tante attestazioni di stima attorno a me. E’ segno che ho lavorato bene e questo mi rende felice”. Manconi ne parla all’AGI, sottolineando che l’ultima parola “non spetta certo a me, non sono titolare del partito. Dipende dal Pd e dai partiti della coalizione”, sottolinea. “Questo appello e’ stato per me molto gratificante: vedere insieme tante personalita’, molto diverse tra di loro per aree culturali, e’ molto bello. Hanno firmato per la mia candidatura Agnese e marco Regeni, Massimo Cacciari, molte associazioni di famigliari di vittime, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, il regista Ermanno Olmi”, per citarne solo alcuni. “Per me e’ una dichiarazione di apprezzamento per quanto fatto nel corso del mio incarico istituzionale”. L’ultimo in ordine di tempo a firmare e’ stato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: “Mi ha fatto molto piacere, e’ molto diverso da me politicamente e non l’ho mai incontrato. Ma sono felice del suo sostegno”.[irp]

Una raccolta firme che potrebbe essere addirittura superflua, dato che Manconi rimarca di “non entrarci nulla con le deroghe” che il segretario Renzi deve concedere a chi ha piu’ di tre mandati parlamentari per essere ricandidato. “Questo e’ un problema che non mi riguarda in alcun modo. Io ho fatto con il Pd una sola legislatura, quella iniziata nel 2013. Dal 1994 al 2001 invece ero con i Verdi. Lo statuto dem parla di 15 anni di legislatura” come limite oltre il quale non si e’ piu’ candidabili. “I miei sono stati sette anni piu’ cinque, e in ogni caso non ho fatto tre legislature”. Quanto fatto da Luigi Manconi, va detto, ha spesso incontrato resistenze proprio nel suo partito, il Pd. “Ma rimane il mio partito, io resto nel Pd. Le mie battaglie, anche quando non sono state condivise, sono sempre state rispettate, non hanno mai trovato una dichiarazione ostile da parte dei dirigenti del partito. I partiti, d’altra parte, non sono chiese. So bene che spesso le mie battaglie sono state di minoranza, ma non mi sono mai sentito solo”. Una delle vittorie di Manconi nell’ultima legislatura e’ stata quella sul testamento biologico: “Sembrava qualcosa di irrealizzabile fino a un paio di mesi fa”, ricorda Manconi, “ho presentato il testo il primo giorno di legislatura”. E le prossime battaglie, nel caso Manconi fosse ricandidato e rieletto, cominceranno o ricominceranno dallo Ius Soli: “Si’, la legge sulla cittadinanza sara’ il primo impegno. ma ce ne sono tante, tante”.