Mangia frutta e bevi vino: il rischio di malattie cardiache cala del 23%

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Mangiare uva, fragole, arance, acai, cioccolato, bere vino o caffè non è solo un piacere, ma potrebbe anche fare bene alla salute. Secondo un importante studio condotto in Brasile, una dieta ricca di polifenoli – composti naturali presenti in questi alimenti – può ridurre fino al 23% il rischio di sviluppare la sindrome metabolica, un insieme di condizioni che aumentano la probabilità di problemi cardiovascolari. I risultati, pubblicati sul Journal of Nutrition, arrivano dall’analisi di oltre 6.000 persone, rendendo questa ricerca la più ampia mai realizzata sull’argomento.

La sindrome metabolica, caratterizzata da obesità addominale, pressione alta, glicemia elevata, trigliceridi alti o colesterolo fuori controllo, è un problema crescente in tutto il mondo. In Brasile, la sua prevalenza è passata dal 29,6% nel 2013 al 33% nel 2022. Ma i polifenoli, noti per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, sembrano offrire una protezione significativa. “È una buona notizia per chi ama frutta, cioccolato, caffè o vino”, spiega Isabela Bensenor, coautrice dello studio e professoressa presso l’Università di San Paolo (FM-USP). “Il legame tra polifenoli e salute cardiometabolica era già noto, ma mai prima d’ora era stato confermato su un campione così grande e monitorato per otto anni. I nostri dati parlano chiaro: una dieta ricca di questi composti può essere un’arma preziosa contro la sindrome metabolica.”

Tra i 6.378 partecipanti analizzati, 2.031 hanno sviluppato la sindrome metabolica. Ma chi consumava più polifenoli – circa 469 mg al giorno, rispetto ai 177 mg di chi ne assumeva meno – mostrava un rischio inferiore del 23%. Tra i composti più efficaci ci sono gli acidi fenolici (caffè, vino, tè), i flavonoidi (frutta, fagioli, cioccolato), i lignani (semi, arance) e gli stilbeni (uva rossa, vino rosso). Per capire le abitudini alimentari, i ricercatori hanno intervistato i partecipanti con questionari dettagliati su 92 cibi ricchi di polifenoli, considerando anche come venivano cotti o lavorati.

“La varietà è fondamentale”, dice Renata Carnaúba, che ha condotto l’analisi durante il suo post-dottorato. “I polifenoli non solo combattono infiammazione e ossidazione, ma possono anche migliorare il microbiota intestinale, favorendo i batteri ‘buoni’. Più diverse sono le fonti, meglio è per la salute.” Tra i risultati spicca l’effetto dei flavan-3-oli, un tipo di flavonoidi abbondante nel vino rosso (80% dell’assunzione nel campione) e nel cioccolato (10%), legato a un rischio ridotto del 20%. Ma i benefici non si fermano qui: chi consumava più polifenoli aveva fino a 30 volte meno probabilità di sviluppare ipertensione o resistenza all’insulina e 17 volte meno probabilità di avere trigliceridi alti, indipendentemente da età, sesso, fumo o attività fisica. “Stiamo già pianificando nuove ricerche per approfondire il ruolo dei polifenoli”, aggiunge Bensenor. “Sappiamo che influenzano il microbiota e combattono l’infiammazione, ma c’è ancora molto da scoprire.” Intanto, i numeri parlano: con oltre 8.000 polifenoli identificati in natura, una tazza di caffè o un bicchiere di vino rosso potrebbero essere più che un semplice momento di relax. Potrebbero essere un passo verso una vita più sana.