Manovra, concorrenza, pensioni: dossier sul tavolo a settembre

di Giuseppe Novelli

Sarà un settembre intenso per governo e parlamento sul fronte dei provvedimenti economici, in un momento molto delicato per l’economia mondiale con forti rischi per la crescita. Il tema principale del confronto politico sarà probabilmente la legge di stabilità, che sarà messa a punto nelle prossime settimane. Alla Camera invece riprenderà il lavoro sul ddl concorrenza, mentre l’esecutivo inizierà a definire i decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione. E sul tavolo ci sarà forse anche il dossier pensioni, con un possibile intervento per introdurre una maggiore flessibilità in uscita. Il tutto in un contesto di nuove incertezze globali, tra le elezioni in Grecia, le mosse della Fed e soprattutto la crisi cinese. La manovra economica sarà l’argomento clou su cui si concentrerà l’attenzione del mondo politico ed economico.

Si profila un provvedimento pesante, da almeno 25 miliardi (considerando solo le spese obbligatorie), che conterrà nuove misure per favorire la ripresa, soprattutto dopo l’andamento fiacco del Pil nel secondo trimestre (+0,2%). A Montecitorio intanto ripartirà l’esame del disegno di legge sulle liberalizzazioni, che all’inizio di agosto non è riuscito a ottenere il via libera delle commissioni Finanze e Attività produttive. Si voterà su temi sensibili come i servizi postali, bancari e professionali, lo svolgimento di attività professionali in forma associata (per gli avvocati), i rifiuti, la concorrenza tra le farmacie. Questioni già al centro di forti polemiche da parte dei diversi gruppi d’interesse, dai notai ai farmacisti, dai tassisti alle assicurazioni.

L’Ania, infatti, ha criticato duramente le nuove misure sostenendo che rischiano di portare a un aumento delle tariffe Rc auto. Il confronto si accenderà probabilmente anche sul tema sensibile delle pensioni, soprattutto se continuerà il pressing per una mini-riforma del sistema. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha avanzato delle proposte per modificare la previdenza, puntando su una “flessibilità sostenibile” per permettere l’uscita dal mondo del lavoro con un assegno più basso. Sarebbe un cambiamento di rilievo che potrebbe aprire la strada al reddito minimo garantito per gli over 55. Una misura di sostegno alle persone in condizioni di disagio economico, resa necessaria da un’economia ancora in lenta e faticosa ripresa e con l’occupazione che stenta a ripartire.

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