Con la prossima legge di Bilancio “non si potrà fare tutto”, avverte già il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ma rassicura, intervenendo al Meeting di Rimini, che “certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, come abbiamo fatto con la decontribuzione, perché l’inflazione riduce enormemente il potere di acquisto ma dovremo anche utilizzare le risorse che sono a disposizione per promuovere la crescita e premiare chi lavora”. Un fatto è certo, o quasi. Per la legge di Bilancio 2024 servirebbero 46 miliardi di euro. Quanti ne ha, realmente, a disposizione il governo? 4,5 miliardi.
2 strade da percorrere
Risiede in queste cifre, fornite in un’intervista all’Huffington Post dal professor Giampaolo Galli, numero uno dell’Osservatorio sui Conti Pubblici, il cortocircuito che l’Esecutivo targato Meloni si troverà ad affrontare dopo la pausa estiva in vista della Manovra valida per il 2024. Per mantenere promesse elettorali e rifinanziare misure già esistenti servirebbero miliardi su miliardi che però non ci sono. Due le strade, le uniche possibili: rispolverare quell’austerità tanto odiata dal centrodestra o fare una Manovra in deficit, venendo nuovamente meno agli accordi fatti in Europa, ma anche alle stesse previsioni fatte dal Governo nel Def.
Manovra “complicata”
Non a caso Giorgetti mette le mani in avanti, rimarcando che “sarà una legge di bilancio veramente complicata” e “siamo chiamati, poiché facciamo politica, a decidere delle priorità”. Per il taglio al cuneo fiscale servono 10 miliardi. Altri 6 sono necessari per le politiche invariate (missioni internazionali, armi all’Ucraina etc.). “Tra le politiche invariate ci sono anche i rinnovi del pubblico impiego per adeguarli all’inflazione. Stiamo parlando di una cifra considerevole, ben 30-32 miliardi di euro che non sarà facile scaglionare su più anni. Sommando tutto siamo già a 46 miliardi”, spiega ancora Galli. In sostanza, la coperta è sempre corta. E già Giorgetti archivia la riforma delle pensioni in quanto nessuna tiene con gli attuali numeri sulla natalità.
Patto di stabilità
“Il tema della natalità è un tema fondamentale: non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio-lungo periodo con i numeri della natalità che abbiamo oggi in questo paese”, dichiara il ministro leghista dell’Economia. C’è anche il capitolo patto di stabilità. “Questa è la posizione negoziale italiana su cui siamo attestati – spiega -: noi non facciamo un problema di debito o mancata riduzione del debito, ma vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti”. In altri termini, per Giorgetti, “non possiamo in un momento in cui siamo ancora in una situazione eccezionale tornare a delle regole ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese nella trasformazione che stiamo vivendo. Spero che in Europa quando decideremo a settembre sulle nuove regole se ne tenga conto”.
100 euro in busta paga
Con la seconda legge di Bilancio del Governo Meloni si vuole mantenere e in secondo luogo ampliare il taglio del cuneo per le retribuzioni fino a 35mila euro. Taglio che tramite il decreto lavoro è stato ampliato del 4% a partire dal primo maggio, con scadenza a fine 2023, per ben 8,5-9 miliardi di euro. Il leghista Claudio Durigon spiega che la mossa, si traduce in aumento del netto fino a 100 euro al mese. Si dovrebbero confermare alcune linee di intervento già previste per la precedente Manovra per quanto riguarda i bonus bollette, per luce e gas, per una platea più estesa di cittadini e cittadine, e la detassazione dei premi di produttività.