Manovra incassa fiducia Camera, ma sarà riscritta al Senato

Manovra incassa fiducia Camera, ma sarà riscritta al Senato
8 dicembre 2018

La Camera vota la fiducia su una manovra che cambierà completamente volto al Senato. Si è accordata la ‘fiducia’ al governo giallo-verde sulla base della ‘fiducia’ che questa legge di bilancio, già cambiata più volte fuori e dentro le aule parlamentari, possa finalmente arrivare a una stesura definitiva che eviti all’Italia l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Europa. Ma siamo ancora alla fase degli annunci, nel terreno delle continue fughe in avanti e marce indietro da parte dell’esecutivo. Su cui pesano diverse tegole politiche, a partire dalle insistenti voci di dimissioni del ministro Giovanni Tria. Ancora una volta definite come “fantasiose ricostruzioni” da palazzo Chigi e smentite dallo stesso Tria.

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E mentre Montecitorio licenzia una manovrina arricchita da mance e mancette, nella sede del governo inizia a comporsi il puzzle delle modifiche che riscriveranno radicalmente il testo a partire dall’intoccabile cifra del 2,4% di deficit alla quale Luigi Di Maio e i suoi avevano brindato dal balcone soltanto due mesi fa. Una stima che sembra poter-dover ritornare sui livelli (intorno al 2%) voluti dal ministro Tria e accettati da Bruxelles, ma su cui la partita è ancora tutt’altro che chiusa. I vicepremier Salvini e Di Maio continuano a difendere la linea del Piave del 2,2% che non basta all`Europa, e rimane lontana dall`obiettivo di ridurre il deficit di almeno 7 miliardi per portarlo tra l`1,9 e il 2%.

La soluzione sui numeri terrà ancora banco almeno fino al 19 dicembre, deadline posta dalla Ue. Ma la prossima settimana ci saranno altre occasione di confronto: sia al Consiglio europeo del 13-14 dicembre, sia all’ancora non confermato faccia a faccia fra il premier Conte e il presidente della commissione Junker che potrebbe tenersì martedì prossimo. E intanto si alza il sipario sull’ondata di emendamenti che saranno portati dalla maggioranza al Senato. Ma ancora regna incertezza sulle carte più attese di questa delicatissima partita: quota 100 e reddito di cittadinanza. Il ridisegno dei due interventi è prioritario se la strada del disavanzo deve essere in discesa non solo per il prossimo anno ma anche per gli anni successivi.

A palazzo Madama dovrebbe arrivare, invece, l’annunciato intervento sulle cosiddette ‘pensioni d’oro’, tanto caro ai pentastellati, che varierà da un minimo del 25 a un massimo del 40% per gli assegni più alti. Mentre il Carroccio, sul fronte della pace fiscale, ha incassato il recupero del ‘saldo-stralcio’ ma in versione light, dopo le note vicende sulla manina che avevano portato alla cancellazione del condono. Tornerebbe la possibilità di chiudere le cartelle arretrate con un forfait. Continua, inoltre, a tener banco la contestata ecotassa per le auto inquinanti. Si va verso una modifica dell’emendamento approvato alla Camera, che introduce incentivi fino a 6mila euro sull`acquisto di auto elettriche o ibride e un prelievo fino a 3mila euro su quelle che emettono più CO2. La norma, secondo quanto annunciato, cambierà al Senato. Intanto è stato fissato per martedì 11 un incontro fra Di Maio e le aziende automobilistiche, i sindacati e le associazioni dei consumatori.

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Allo studio anche un mini-taglio del cuneo facendo leva su una riduzione dei premi Inail per 600 milioni, e risorse per il Comune di Roma. Si dovrebbe, poi, andare avanti con la stretta ai fondi dell’editoria con un taglio progressivo del 25% nel 2019, del 50% nel 2020 e del 75% nel 2021 fino all’abrogazione dall’anno successivo. Tra le altre idee, una che ogni tanto riemerge è quella che prevede il pagamento dei premi dei dipendenti pubblici in Btp italiani, ma su questo frenano i Cinque Stelle. Inoltre, il ministro dell’Interno ha garantito che ci saranno le risorse per gli orfani dei femminicidi.

La manovra approderà lunedì prossimo al Senato per la seconda lettura, con una tabella di marcia che varierà a seconda di come procederà il negoziato con la Ue. La prossima settimana sarà, quindi, quella decisiva per le sorti della manovra e dei conti pubblici italiani. Al momento il disco verde di palazzo Madama è atteso entro il 22 dicembre per consentire l’ok finale a questa tormentata legge entro il 23 dicembre, ma non è escluso che si possa scavallare il Natale.

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