Manovra, sale dote cuneo a 3 miliardi e spunta fondo famiglia. Scontro Quota 100

Vertice di maggioranza a Palazzo Chigi durato piu’ di tre ore. M5s insiste su carcere agli evasori

Nunzia Catalfo

Salgono a tre miliardi le risorse per il taglio del cuneo fiscale nel 2020. E’ questa una delle ipotesi allo studio del governo, secondo quanto si apprende, che e’ emersa durante il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi durato piu’ di tre ore. L’obiettivo sarebbe quello di rendere la manovra piu’ ambiziosa, riferiscono fonti vicine al dossier, portando la cifra stanziata per il taglio delle tasse sul lavoro dai 2,7 a 3 miliardi, che si tradurra’ in un alleggerimento del fisco sulle buste paga dei lavoratori, almeno nel primo anno, poi si vedra’. Dal fronte del M5s pero’ la richiesta era quella dell’aggancio del salario minimo al taglio del cuneo fiscale anche per le imprese. Si studiano anche le risorse per istituire un fondo per il piano famiglia che entro il prossimo anno dovrebbe prendere forma, attraverso un’apposita legge delega, nel quale confluirebbero le risorse per i bonus riguardanti le famiglie comprese quelle dell’azzeramento delle rette sugli asili nido.

A ridosso del vertice un momento di tensione si e’ registrato quando i renziani sono andati in pressing con la richiesta dell’abolizione totale di Quota 100 in quanto “si tratta della politica piu’ ingiusta degli ultimi 25 anni”. Queste le parole di Luigi Marattin prontamente rilanciate da Matteo Renzi. L’obiettivo di Italia Viva e’ rendere strutturale l’Ape sociale e soprattutto liberare risorse per l’assegno unico per i figli. Muro dei Cinquestelle alla proposta: la misura “non si tocca” tuona il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo che spiega che Quota 100 e’ “sperimentale, scade nel 2021 e come tale va portata a termine senza fare modifiche. Con i sindacati mi sono impegnata espressamente ad avviare subito un confronto su come rendere il nostro sistema pensionistico piu’ equo. Lo faremo e proprio per questo le cose restano come stanno”. Ma tra le opzioni per trovare un compromesso potrebbe esserci una rimodulazione delle finestre d’uscita. Il M5S, per bocca del leader politico Luigi Di Maio, torna a chiedere a gran voce il carcere agli evasori e l’abolizione del superticket gia’ nel corso del 2020. Su quest’ultima ipotesi si sarebbe discusso proprio durante il vertice notturno.