Economia

Manovra, stop a pagamento tasse e contributi per sport fino 28 febbraio. Arriva anche indennità autonomi

Via libera della commisisone Bilancio della Camera ad un emendamento alla manovra che stoppa i versamenti delle imposte sul reddito, dell’Iva e dei contributi previdenziali, per le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva, le associazioni e le società sportive professionistiche e dilettantistice, fino al 28 febbraio 2021. I pagamenti potranno essere effettuati entro il 30 maggio 2021 in un’unica soluzione o in 24 rate mensile di pari importo, senza dover pagare sanzioni o interessi. Ok a un altro emendamento che prevede circa 3 miliardi di euro di fondi React-UE riservati alla decontribuzione al Sud per il 2021-2022 saranno “dirottati” verso bonus per l’assuzione di donne e giovani, fondo di garanzia PMI, assunzioni di personale sanitario e vaccini. In particolare l’emedamento riduce da 3.500 a 1.491 milioni la dotazione per la decontribuzione al Sud nel 2021 e da 3.500 a 2.508 milioni quella per il 2022.

Parallelamente andranno 340 milioni nel biennio 2021-22 al bonus assunzione giovani; 126 milioni nel biennio per il bonus assunzione donne; 500 milioni nel 2022 al fondo garanzia PMI; 210 milioni nel biennio 2021-22 ai contratti di formazione dei medici specializzandi; 1.100 milioni nel 2021 per la proroga dei contratti a termine del personale sanitario; 400 milioni al fondo vaccini per il 2021 e 330 milioni per la riduzione nel biennio 2021-22 delle tasse universitarie. Via libera anche ad un emendamento alla manovra che abbassa al 10% l’Iva per il take away, cioè il cibo di asporto o consegnato a domicilio. La norma prevede che la “nozione di preparazioni alimentari” che gode dell’Iva agevolata debba essere “interpretata nel senso che in essa rientrano anche le cessioni di piatti pronti e di pasti che siano stati cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto”.

“Nelle more della riforma degli ammortizzatori sociali, è istituita in via sperimentale per il triennio 2021-2023 l`indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro)” a favore dei lavoratori autonomi, che sarà erogata dall’Inps. Sarebbe questo, invece, secondo quanto si apprende, il testo dell’emendamento del governo che punta a fornire anche agli autonomi un ammortizzatore sociale. Le risorse destinate alla misura ammontano a: 70,4 milioni per l`anno 2021, 35,1 milioni di euro per l`anno 2022, 19,3 milioni di euro per l`anno 2023 e 3,9 milioni di euro per l`anno 2024. “Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica – si puntualizza – non sono adottati altri provvedimenti concessori”. L`indennità, si legge nel testo, “è riconosciuta, previa domanda, ai soggetti iscritti alla Gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo”.

L’indennità viene riconosciuta ai soggetti di cui al comma 2 che presentano i seguenti requisiti: “non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie; non essere beneficiari di reddito di cittadinanza; aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell`anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti l`anno anteriore la presentazione della domanda; aver dichiarato nell`anno precedente alla presentazione della domanda un reddito non sia superiore a 8.145 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell`indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all`anno precedente; essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria; essere titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda, per l`attività che ha dato titolo all`attuale iscrizione alla gestione previdenziale”.

La domanda è presentata dal lavoratore all`Inps in via telematica entro il termine di decadenza del 31 ottobre di ciascuno degli anni dal 2021 al 2023. Nella domanda, si legge ancora, “sono autocertificati i redditi prodotti per gli anni di interesse”. L’Inps “comunica al l’Agenzia delle entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato domanda per la verifica dei requisiti” e l’Agenzia delle entrate comunica all’Inps “l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali”. L`indennità, pari al 25%, su base semestrale, dell`ultimo reddito liquidato dall`Agenzia delle entrate, spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda ed è erogata per sei mensilità e “non comporta accredito di contribuzione figurativa”. L`importo “non può in ogni caso superare il limite di 800 euro mensili e non può essere inferiore a 250 euro mensili”. La prestazione però può essere richiesta una sola volta nel triennio e la cessazione della Partita Iva nel corso della erogazione dell`indennità determina l`immediata cessazione della stessa, “con recupero delle mensilità eventualmente erogate dopo la data indicata come fine attività”. L’indennità non concorre alla formazione del reddito.

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