Manovra ter, tutti all’attacco contro Crocetta

Inevitabili le reazioni soprattutto dall’opposizione sull’impugnativa della manovra ter da parte. Mentre dal Pd finora un assordante silenzio.

Coordinatore FI Sicilia, Vincenzo Gibiino ”Crocetta incassa una nuova sconfitta. Ancora una volta il commissario di Stato interviene per mettere un freno ad un inconcludente Governo, palesemente incapace di portare la Sicilia fuori da una crisi devastante. Una nuova Waterloo, rende palese a tutti i siciliani che in queste condizioni non è possibile andare oltre. È necessario agire su progetti concreti di rilancio del turismo, dell’arte e della cultura siciliana. Per far ciò chi governa dovrebbe essere capace di programmare, di concertare con i propri assessori una strategia, sapersi confrontare in aula. Invece ogni giorno siamo costretti ad assistere a bassi litigi di corte”.

Presidente della commissione Bilancio Ars, Nino Dina  ”La manovra finanziaria, dopo l’esame del commissario dello Stato, regge nei suoi duplici obiettivi: messa in sicurezza dei conti e salvaguardia degli equilibri di bilancio, soprattutto con la creazione di un adeguato fondo a garanzia dei residui attivi di pronta disponibilità; riperimetrazione della spesa al fine di garantire al sistema pubblico allargato la funzionalità in equilibrio finanziario per i restanti mesi dell’anno”. In altri termini, secondo il centrista l’impugnativa del commissario dello Stato, interessando solo “articoli non fondamentali”, dà “ragione al lavoro svolto dalla commissione Bilancio, dal governo e dal parlamento nel suo insieme”.

Deputato Ars M5S, Francesco Cappello “Le uniche cose che ha rivoluzionato Crocetta sono il calendario dell’Ars e la vita di Aronica. In Aula si parla di un anno solo di finanziaria, mentre il commissario dello Stato e’ condannato a perpetui straordinari. Per il resto solo vuoti proclami e una totale assenza di programmazione che fa accapponare la pelle. Camminiamo in un vicolo cieco, in salita e con le scarpe rotte: in questo modo non si va da nessuna parte. Il presidente dice che la parte importante, relativa alle coperture finanziarie e’ salva? Non scherziamo, la bocciatura di 21 articoli e’ comunque gravissima, e’ un segnale di totale incompetenza che non puo’ non arrivare alla gente. Crocetta ormai e’ stato bocciato da tutti: dai siciliani (che manifestano ogni giorno sotto il suo palazzo) dalle moltitudini di giovani del click day, dal commissario dello Stato e perfino dalla sua maggioranza”.

Capogruppo FI Ars, Marco Falcone “Ancora una volta il governo Crocetta si contraddistingue per incompetenza ed inadeguatezza manifesta. L’occasione è data nuovamente dalla manovra finanziaria, che mette a nudo tutti i limiti e le difficoltà di un governo incapace di fronteggiare le numerose emergenze siciliane. Assistere alla bocciatura di ben 21 articoli dimostra non solo il completo fallimento, ma la precaria condizione in cui è caduta la nostra Regione, in termini di credibilità e affidabilità”. Per il parlamentare, poi, solo “grazie all’intervento di Forza Italia” è stato impedito di far saltare anche il sistema delle coperture finanziarie che “avrebbe posto una pietra tombale su tutta la legge con conseguenze drammatiche per l’intera Sicilia”. “Purtroppo un governo inadeguato e litigioso non può non dare vita che a provvedimenti improvvisati, disordinati e, in diversi casi, persino, nocivi”.

Capogruppo dei Drs all’Ars, Giuseppe Picciolo “Il cuore pulsante della manovra finanziaria non è stato intaccato minimamente dal giudizio di costituzionalità del Commissario Aronica. Oggi si stabilisce un nuovo spartiacque sulla gestione della spesa pubblica in quanto, anche seguendo i consigli costituzionali del Commissario dello Stato, si può finalmente pensare, ad esempio, che sul fondo di solidarietà su debba intraprendere un cammino virtuoso di riduzione di costi anche per il personale e l’apparato burocratico, e aumentare con i risparmi gli investimenti a favore dei giovani, delle imprese e dei servizi sociali. Questo da sempre purtroppo rappresenta il vero limite di ogni manovra finanziaria, in cui i margini di azione del governo sono sempre ridotti dalle emergenze stipendiali da garantire, e ciò che rimane fuori è sempre quella  parte dedicata agli investimenti essenziali per la ripartenza dell’economia”.