Marco Pantani, oggi avrebbe 47 anni. Ciclista festeggiato a Cesenatico

Marco Pantani

Non c’è freddo, neve o vento che tenga. Ogni anno, il 13 Gennaio, un gruppo di amici di Marco Pantani e della famiglia Pantani, si ritrova ai piedi del monumento a lui dedicato, in Piazza Marconi a Cesenatico (sul lungomare Carducci) per ricordare un amico nel giorno della sua nascita. Ed anche oggi, nel giorno che sarebbe stato del suo qarantasettesimo compleanno, sono stati in molti a salutare il pirata, fermandosi a ricordarlo, lanciando un segno verso il monumento o semplicemente pensando a lui. Dodici anni dopo la sua morte, solo in una camera d’albergo per motivazioni ancora avvolte nel mistero, il ricordo delle imprese del Pirata è più che mai vivo nei ricordi degli appassionati. Il Mortirolo, l`Alpe d`Huez, Oropa, Montecampione, il Galibier, la maglia rosa e quella gialla.

Luoghi che hanno fatto la storia del ciclismo, luoghi che hanno fatto la storia di Pantani. Marco Pantani si rivelò nel 1994 sul Mortirolo, dove mandò in crisi il grande Miguel Indurain e la maglia rosa Eugeni Berzin. Non vinse quel Giro ma entò dritto nel cuore della gente per il suo modo di correre: sempre all’attacco. Togliersi la bandana significava suonare la carica e far partire lo scatto decisivo che lasciava gli altri sul posto. Un trascinatore di folle che nel 1998 conquistò Giro e Tour. Tonkov a Plan di Montecampione gli consegnò la rosa crollando sotto un numero di attacchi incredibile.

Al Tour accusò un ritardo di cinque minuti prima di cominciare a pedalare sul serio. La gialla gliela consegnò Ullrich sul Galibier arrivando con nove minuti di ritardo dal Pirata. Per 16 anni rimase l’ultimo italiano ad aver vinto il Tour, fino al 2014, quando Vincenzo Nibali si aggiudicò la vittoria nella classifica generale. Nel 1999 l’episodio di Madonna di Campiglio: ematocrito al 52 per cento. Pantani non risultò positivo a un controllo antidoping: venne tuttavia legittimamente escluso dalla corsa a scopo precauzionale in base ai regolamenti sportivi introdotti a tutela della salute dei corridori. Accerchiato dai giornalisti e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse: “Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre.

Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile”. Nel 2000 al Tour sul Mont Ventoux attaccò Armstrong che disse di averlo lasciato vincere. Per tutta risposta qualche giorno dopo nuova montagna e nuova vittoria, in solitaria. Ma la depressione era dietro l’angolo. Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini. L’autopsia rivelò che la morte era stata causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina. La signora Pantani sostiene da sempre che il figlio sia stato assassinato simulando un’overdose, probabilmente per farlo tacere riguardo a qualche scomodo segreto forse legato al mondo del doping nel ciclismo o delle scommesse truccate.