Traghetti e mazzette in Sicilia, tre arresti. Indagati Vicari e Crocetta. E la sottosegretaria si dimette

In manette l’armatore, funzionario e un deputato del parlamento siciliano

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Colpisce gli interessi e i fondi che girano attorno al trasporto marittimo l’operazione “Mare mostrum” dei carabinieri di Palermo e Trapani che hanno eseguito il provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura, con l’arresto, per corruzione, dell’armatore Ettore Morace, amministratore delegato di Liberty Lines (gia’ ai vertici di Tirrenia Cin) il funzionario della Regione siciliana Giuseppe Montalto, e il deputato regionale Girolamo Fazio, eletto all’Ars con il Pdl e poi passato al gruppo misto, candidato sindaco a Trapani. E ci sono anche la sottosegretaria ai Trasporti Simona Vicari e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta tra gli indagati per corruzione. Nel giro di poche ore arrivano le dimissioni dell’esponente di governo. “Poiche’ la mia permanenza nell’incarico di sottosegretario al Mit comporterebbe di affrontare quotidianamente una materia per la quale sono oggi sottoposta ad indagine – dice la Vicari – al fine di garantire a me e al mondo che e’ maggiormente interessato al trasporto marittimo e a tutto il governo che ho avuto l’onore di rappresentare, una maggiore serenita’, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni che mi consentiranno di meglio rappresentare all’autorita’ giudiziaria tutte le ragioni per le quali sono assolutamente estranea a quanto contestato”.

L’inchiesta e’ coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Dini Petralia. Dunque, un altro aspetto della vicenda e’ il terremoto che continua sconvolgere la campagna elettorale della citta’, dopo la richiesta di obbligo di soggiorno avanzata dalla Dda di Palermo per il concorrente diretto di Fazio, Antonino D’Ali’, senatore di Forza Italia. Secondo l’Arma dei carabinieri, l’operazione “Mare mostrum” ha registrato “un notevole attivismo” dell’armatore Morace “nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale”. Una rete “finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione di fondi regionali ‘gonfiati'”. Soprattutto, Morace “gode del forte appoggio del sottosegretario di stato al ministero dei Trasporti senatrice Simona Vicari (il cui fratello e’ anche dipendente della Liberty Lines)”. Sarebbe lei l’indagata, secondo quanto spiega il provvedimento. Attraverso “il suo interessamento, Morace e’ riuscito a ottenere nel periodo monitorato la presentazione e l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilita’ dello Stato con il quale veniva ridotta l’imposta d’Iva dal 10% al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro e, conseguenziale, notevole arricchimento della societa’ Liberty Lines”.

In cambio dei favori sarebbe stato consegnato un Rolex. Secondo il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, “si tratta di una indagine sulla Pubblica amministrazione a livello regionale e nazionale. Che vedono come soggetto principale un importante armatore – Ettore Morace – che secondo quanto afferma il Gip di Palermo, che ha esaminato la nostra richiesta, ha fatto della corruzione una modalita’ quasi ordinaria dei rapporti tra se’ e i pubblici ufficiali con i quali veniva in contatto. Il Gip ha rilevato gravi indizi nei confronti dei pubblici ufficiali nei confronti di Morace”. Lo Voi specifica che “con riferimento al deputato regionale Girolamo Fazio (foto) si parla di stabile asservimento esercitato con varie forme anche con larvate minacce nei confronti di un dirigente regionale che aveva revocato un bando per i collegamenti con le isole minori. Si e’ dato da fare per boicottare un consulente in ambito regionale, non gradito a Ettore Morace. Fazio ha ottenuto in cambio assunzioni nelle imprese di Morace, l’uso permanente di una Mercedes, biglietti sulle varie tratte marittime”. Sempre secondo il procuratore di Palermo, “un altro dei soggetti in stretto contatto con Morace e’ il dirigente regionale Giuseppe Montalto”, tra gli arrestati, “che ha curato gli interessi personali di Morace contribuendo al blocco di un consulente inviso da Morace. Blocco ottenuto investendo anche alcuni esponenti del M5S che hanno sollevato un ‘muro’ sulla nomina. Montalto ha ottenuto in cambio la liquidazione di 50.000 euro versati da una terza persona, in compensazione della cessazione del rapporto di lavoro, e altri 50.000 successivi, camuffati da fattura per una operazione inesistente”. “Abbiamo scoperto un connubio sistemico ha confermato – il procuratore aggiunto Dino Petralia, che coordina il gruppo sulle indagini sulla pubblica amministrazione – finalizzato alla corruzione tra imprenditoria e politica. Tutto e’ partito da qualcosa che puo’ definirsi un atto coraggioso e leale: un funzionario regionale che ha preso il posto del precedente (in cui si era radicato il monopolio di Morace). Un funzionario che ha revocato un bando e che si si e’ reso disponibile a dichiarare alla Procura tutto quello che era di interesse per l’indagine”.

L’indagine e’ durata in tutto dieci mesi, ma magistrati e investigatori vanno avanti. Dunque, soldi, assunzioni di amici ma anche laute liquidazioni per Montalto, capo della segreteria dell’assessore ai Trasporti della Regione, Giovanni Pistorio, e che secondo gli inquirenti, “sfruttando il suo ruolo, otteneva da Morace l’assunzione di un amico giornalista, presso l’ufficio stampa di Liberty Lines” e “la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con ”Siremar s.p.a dell’amica Marianna Caronia”. E  c’è anche proprio la Caronia, ex vicesindaco, ex deputata all’Ars e candidata a sostegno di Fabrizio Ferrandelli a Palermo, tra i nomi degli indagati nell’inchiesta. Secondo i magistrati, Caronia, avrebbe ottenuto da Morace, una liquidazione superiore a quello che le spettava dopo la fine del rapporto con “Siremar s.p.a.”, societa’ acquistata dall’armatore. C’è “rammarico” tra alcuni dipendenti della Liberty Lines dopo l’arresto del patron Morace. “Preferiamo non parlare. Speriamo di non perdere il nostro posto di lavoro e di riuscire a garantire le corse verso le isole minori”. I lavoratori sono rimasti a lungo fuori dall’azienda a causa di una perquisizione dei carabinieri di Trapani. I militari dell’Arma hanno eseguito controlli e sequestri anche nelle abitazioni e negli uffici del deputato regionale Fazio e dello stesso armatore di origini partenopee Morace. Quest’ultimo e’ stato arrestato intorno alle 7 e dopo l’interrogatorio nel comando provinciale dei carabinieri e’ stato condotto al carcere San Giuliano. Documenti e fascicoli sono stati sequestrati anche nel comitato elettorale di Fazio, candidato a sindaco per le prossime amministrative. Tutta l’operazione è scattata grazie a un funzionari regionale leale che ha fatto luce sul presunto giro di mazzette sull’affare del trasporto marittimo siciliano. “Un atto di lealta’” compiuto da un funzionario regionale che ha preso il posto del precedente (in cui si era radicato il ‘sistema Morace’), dice il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia, che coordina il gruppo sulle indagini sulla pubblica amministrazione. “Un funzionario – spiega – che ha revocato un bando e che si si e’ reso disponibile a dichiarare alla Procura tutto quello che era di interesse per l’indagine”.